Se Michael Jackson fosse ancora vivo sceglierebbe l'intera compagine catalana per girare un remake del suo famosissimo "Thriller". Può sembrare una battuta di pessimo gusto ma la verità è che ieri, al Bernabeu, il Barcellona è stato surclassato sotto ogni punto di vista dal Real Madrid che si è portato a casa il secondo trofeo in sette giorni, il settimo dell'era Zidane. Una superiorità imbarazzante da parte dei padroni di casa che hanno scherzato con i calciatori Blaugrana, in versione Zombie sul prato del Bernabeu. La seconda disfatta in pochi giorni per la squadra di Valverde che è nel caos più totale come tutto l'ambiente Barcelonista.
Il caos lo si percepisce subito, ancora prima che la partita inizi e quando Valverde decide di schierare i suoi con un inedito 3-5-2 che a Barcellona, forse, hanno visto in rarissime occasioni: tre palleggiatori in difesa con Mascherano rispolverato dalla panchina, Gomes a centrocampo e Sergi Roberto spostato di nuovo sull'esterno con Messi e Suarez in attacco. I dubbi sul modulo diventano certezze dopo i primi minuti con il Barcellona messo malissimo in campo e incapace di toccare il pallone per dieci minuti, il Real Madrid ringrazia e chiude subito i conti con il bolide mancino di Asensio che, ormai, non fa più notizia. Ogni gol del numero 20 Madridista è un rimpianto per la squadra Catalana che se lo lascia sfuggire giudicando troppo alta la sua cifra, ennesimo errore di una dirigenza pressoché inesistente da quattro anni a questa parte.
Tatticamente la partita del Barca è un film horror in piena regola con la squadra spaccata in due e il solo Busquets a far da filtro tra la difesa e l'attacco ma, il più delle volte, sbaglia anche lui a causa del pressing asfissiante del Real Madrid. Tutto il contrario della squadra di Valverde che quelle poche volte che pressa lo fa male e in maniera disordinata con Suarez e Messi costretti a correre a vuoto dai portatori della squadra di Zidane mentre Andre Gomes e Rakitic vengono surclassati nei loro personali duelli con Kroos e Kovacic. Modric fa quel che vuole nel cerchio di centrocampo con Marcelo e Carvajal liberi di arare le fasce senza che Sergi Roberto e Jordi Alba riescano a contrastarli.
E' proprio dalla fascia del terzino brasiliano che nasce la rete del raddoppio con Benzema che anticipa un distratto Umtiti e batte Ter Stegen per la seconda volta in quaranta minuti. Sembra un incubo bianco, un incubo in cui la difesa del Barcellona sbanda in maniera clamorosa con buchi tra il centrocampo e la difesa, con le diagonali praticamente inesistenti da parte dei due terzini che, in debito di ossigeno, non riescono a conciliare entrambe le fasi. E' una partita che smette di essere tale già nella prima frazione per manifesta superiorità da parte dell'organico di Zidane che preferisce non infierire contro il Barcellona che, alla fine di tutto, colpisce anche due legni con Messi e Suarez dopo due errori della retroguardia Blanca. Nessuna azione del Barca è frutto di un'idea, di un gioco corale e di verticalizzazioni, troppo poco per una squadra di tale caratura.
I tre fischi di Martinez sono una sorta di liberazione per la squadra di Valverde che, però, esce anche con le ossa rotte dal punto di vista degli infortuni con Piquè e Suarez da valutare per un problema all'adduttore per il primo e uno al ginocchio per l'uruguaiano. La crisi d'agosto è palese e la piazza attende i rinforzi come l'ossigeno, dello stesso avviso è il direttore sportivo Segura che si esprime cosi: "La squadra ha bisogno di rinforzi che saranno aggregati al gruppo nei prossimi giorni. Stiamo discutendo le condizioni per Coutinho e Dembelé. Non hanno ancora firmato, ma siamo vicini". Domenica l'esordio in campionato contro il Betis in una Barcellona in cui regna il caos.