E' un Real amante del brivido, quello che sta disputando la Liga 2016/2017. Anche ieri, nella sfida casalinga contro il Valencia, i merengues hanno dovuto ricorrere agli ultimi minuti di gioco per guadagnarsi i tre punti e continuare a inseguire il titolo di campioni di Spagna. Stavolta ci ha pensato Marcelo a togliere il Madrid dalle secche in cui si era incagliato contro gli uomini di Voro Gonzalez, capaci di impattare sull'1-1 al Bernabeu all'82' grazie a un calcio di punizione magistrale di Dani Parejo. 

Marcelo. Fonte: LaLiga.es

Poi il guizzo del fuoriclasse, del giocatore più continuo della Casa Blanca di questa stagione, quel Marcelo che ha fatto fruttare un pallone tenuto vivo da Alvaro Morata per poi spedirlo (di destro a giro) alle spalle di un fantastico Diego Alves, che in precedenza aveva parato un rigore a Cristiano Ronaldo. Ma l'ennesima prestazione balbettante dell'once de gala (ieri mancavano solo Varane e Bale, rimpiazzati dall'inizio da Nacho e James Rodriguez), ha fatto storcere il naso alla stampa di Madrid, sempre più propensa a dar credito alle seconde linee. Da Isco a Kovacic, passando per Marco Asensio e Morata, sono infatti tanti i giocatori del Real attualmente indietro nelle gerarchie di Zidane che stanno dimostrando di essere in possesso di una condizione di forma migliore rispetto ai titolari. Un tema che terrà banco anche e soprattutto in vista della semifinale d'andata di Champions League della prossima settimana, quando al Bernabeu giungeranno i cugini dell'Atletico Madrid del Cholo Simeone. E proprio in quell'occasione si riproporranno i dubbi dell'ultimo mese: Benzema o Morata, Isco o Kroos, considerando come intoccabile un Ronaldo che continua a segnare ma non a convincere. Il turnover attuato sinora da Zidane ha dato i suoi frutti in Liga, in particolare nelle ultime trasferte di La Coruna, Gijòn e Butarque contro il Leganès, e sarà indispensabile anche nel prosieguo del campionato. Il Real è infatti attualmente secondo in classifica (81 punti come il Barcellona, ma alle spalle dei catalani per scontro diretto) con una partita in meno, quella di Vigo del 17 maggio. Granada in trasferta, Siviglia in casa, Celta al Balaidos e Malaga a La Rosaleda per i merengues, che possono permettersi di pareggiare (ma non perdere) una della quattro sfide ancora in programma, supponendo che il Barcellona faccia bottino pieno contro le tre avversarie che ancora sono sul suo cammino. 

Luis Suarez, a segno ieri contro l'Espanyol. Fonte: LaLiga.es

Un Barça rianimato da Leo Messi nel Clasico, che ha poi annichilito il fanalino di coda Osasuna e infine espugnato il Cornellà El Prat ieri sera nel derby catalano con l'Espanyol. A segno Suarez, Rakitic e Messi per i blaugrana, che non hanno alcuna intenzione di abdicare al trono di padroni di Spagna. Dopo l'eliminazione dalla Champions, Luis Enrique è riuscito a ridare motivazione a una squadra descritta come a fine ciclo, ma che si esalta ancora nel duello (diretto e a distanza) con gli arcirivali di Madrid. Unica strada percorribile per la conquista della Liga è il filotto di vittorie: a Barcellona ne sono consapevoli e attendono nel prossimo week-end il Villarreal al Camp Nou, unico ostacolo di una certa difficoltà nell'ultimo trittico del loro campionato. Il Submarino Amarillo è in piena corsa per il quinto posto che vorrebbe dire Europa League, ma è anche braccato da Real Sociedad e Athletic Bilbao. Ecco perchè la sfida contro gli uomini di Fran Escribà sarà la più dura delle rimanenti per i catalani, che poi voleranno al Gran Canaria contro un Las Palmas già in vacanza, per chiudere infine ancora in casa con l'Eibar di Mendilibar, verosimilmente tranquillo e senza nulla chiedere alla sua classifica. Una volata che consente dunque un solo mezzo passo falso al Real, contro un Barcellona che di colpo si ritrova nella situazione di chi ha (relativamente) poco da perdere. Ritrovato Neymar, tornato al gol Suarez, Luis Enrique deve solo gestire forze ed energie nervose per le sue ultime apparizioni da tecnico del Barça (ci sarà poi l'appendice della finale di Copa del Rey contro l'Espanyol), per lasciare ancora da vincente dopo un triennio contraddistinto da grandi soddisfazioni.