In due settimane può cambiare tutto, i sorrisi possono trasformarsi in lunghi musi e le certezze possono sgretolarsi come la famosa Torre di Babele. Il 2017 del Barcellona può essere riassunto in una GIF moderna che rappresenti il momento in cui la squadra cerca l'acuto del genio, di colui che sappia trasformare in oro ogni cosa di passaggio: Leo Messi, e chi se non lui. Il 2017 degli uomini di Luis Enrique, paradossalmente, non è ancora iniziato visto che le gambe e la mente di alcuni calciatori sono ancora in vacanza in luoghi esotici o in quel di Barcellona dove non si respira, però, aria di calcio.
Un punto nelle prime due partite dell'anno, una sconfitta in Coppa Del Re ed il pareggio, maturato ieri, al Madrigal grazie alla perla di Leo Messi nel finale. Si sa che il calcio è sempre pronto a smentirci ma quel che è certo è che il Barca non può sbagliare più, visto che in caso di non vittoria mercoledì si troverebbe fuori dalla Coppa Del Re mentre in campionato la banda di Zidane ha cinque punti di vantaggio che possono diventare otto se contiamo il recupero in campionato. Si sa che gennaio è da sempre un mese ostico per il Barca di Lucho ma le prime avvisaglie c'erano già state nel mese di dicembre, come dimostra il Clasico, parzialmente cancellato dal derby vinto con l'Espanyol.
Non si può parlare di crisi, certo, perchè in fondo sono solo due le partite in cui il Barca non ha fatto risultato ma in questi 180 minuti si possono trovare delle lacune in tutti reparti della squadra Catalana: difesa, centrocampo e attacco. Partendo dalla retroguardia la squadra di Luis Enrique soffre tremendamente quando viene pressata alta e i vari Piquè e Mascherano non riescono ad imbastire l'azione incorrendo più volte in pericoli evitabili; facendo una piccola digressione viene spontaneo chiedersi perchè un giocatore come Umtiti, pagato fior fior di soldi, stia più in panchina che in campo e, confrontando le sue prestazioni a quelle del Mascherano degli ultimi mesi, il dubbio assume contorni ancora più marcati.
Il secondo difetto del pacchetto arretrato del Barca risiede nei meccanismi sballati che vengono a galla in men che non si dica, come dimostra il gol di ieri preso da Sansone in una situazione di tre contro tre, con Mascherano impalato come la miglior statua di sale e un Digne tutto tranne che ordinato, si rimpiange Jordi Alba. Percorrendo la montagna al contrario ecco la metà campo che quest'anno ha 2/3 sicuri (o quasi) ed un terzo posto vacante in cui vengono girati i vari Rakitic, Gomes, Denis Suarez e Rafinha: il Croato non è alla sua miglior stagione al Barcellona e, l'esclusione di ieri, ha fatto pensare ad un addio imminente smentito poi da Luis Enrique. Le sue capacità sono uniche ed è per questo che Mr 45 milioni, Andrè Gomes, non riesce ad avere continuità nelle prestazioni tanto che l'ex allenatore della Roma lo toglie per far posto a Denis Suarez.
E' proprio l'ex Villarreal, insieme a Rafinha, a dare più sicurezza in quel ruolo soprattutto per le qualità del palleggio e i tempi di inserimento. Criticare l'attacco del Barca è da folli ma mai come quest'anno nessuno è più decisivo di Leo Messi: 25 gol in 22 partite per la Pulce che sta cancellando sul campo le difficoltà che hanno, in questo momento, Suarez e Neymar con l'Uruguaiano apparso un po' impacciato nelle ultime due uscite. Il Brasiliano, invece, è alla ricerca del gol che ormai manca da troppo tempo.
Insomma, le cause di questa mini-crisi ci sono ma il tempo ci insegna che una partenza cosi a gennaio del Barca regala poi trofei a giugno. Al momento troppe domande e troppa insicurezza si annidano all'interno del club Catalano che ha solo una certezza: Leo Messi.