Quando un alunno di scuola media è in difficoltà con un compito in classe, chiede aiuto al più bravo della compagnia che, in men che non si dica, realizza in cinque minuti tutto quello che l'altro non è stato capace di fare per un'ora. Ecco, così si potrebbe riassumere ciò che Messi, quest'anno e non solo, sta facendo con il Barcellona (ed anche con l'Argentina). Nel momento di maggiore difficoltà, sia dal punto di vista dei risultati e del gioco, estrae il coniglio dal cilindro e spacca completamente in due la partita tanto da far rimanere tramortiti gli avversari che non hanno poi cosi tante soluzioni: o lo prendi o non lo vedi neppure passare.

Ieri l'ennesimo saggio ossia l'ennesima dimostrazione che, quando il Barça è in difficoltà a tessere la tela del gioco, si aggrappa all'estro e al genio di un giocatore che sta vivendo la sua migliore stagione dopo quella ineguagliabile di quattro anni fa con i 91 gol nell'anno solare, roba inumana. Se le statistiche sono veritiere fino a un certo punto, per alcuni giocatori, qui pesano come un macigno perchè il 10 del Barcellona ha giocato fin qui, complice il piccolo infortunio, 19 partite ed ha realizzato la bellezza di 22 reti cosi ripartite: 11 in campionato in undici presenze, 10 in Champions League in cinque presenze ed una in Supercoppa di Spagna (di testa) contro il Siviglia. Con il Barcellona ha ottenuto una percentuale di vittorie che tocca il 90% mentre registra solo due sconfitte di cui una da subentrato. I gol impressionano ma sono sempre stati un marchio di fabbrica di un giocatore il cui ruolo è indefinito ed infinito allo stesso tempo, perchè il suo raggio d'azione può variare dalla fascia destra al centro d'attacco fino al cerchio di centrocampo creando geometrie ed angoli di passaggio sconosciuti all'occhio umano.

I tiri di Leo Messi nella partita di ieri contro l'Osasuna                                                                                                                                          
 

Ecco, qui bisogna aprire una piccola parentesi perchè da qualche anno il Barca e l'Argentina hanno un regista in più. Sì, perchè Messi, per via delle ferree marcature, si abbassa sempre alla ricerca della posizione migliore per poter svariare impostando il gioco al pari dei vari Busquets e Iniesta; ciò che lo dimostra sono gli innumerevoli lanci al motorino Jordi Alba e i vari Neymar e Suarez, sempre sui piedi o quasi. Ha imprarato anche a gestire le energie tanto che qualcuno si chiede: "Ma corre in campo?". Si, ma decide lui quando cambiare passo e quando c'è bisogno di fare qualcosa da fermo e ieri ne è stata l'ennesima dimostrazione.

Il raggio di azione ed i passaggi di Messi verso i propri compagni contro l'Osasuna

Il Barcellona crea nel primo tempo, al cospetto di un'Osasuna guardingo e ben organizzato, ma dilapida tre occasioni con Suarez e proprio con Messi e fatica ad essere pericoloso nella ripresa, anzi sono i padroni di casa che sfiorano il vantaggio. Ma, dal nulla ecco l'accelerazione, il passaggio per Jordi Alba e Suarez che insacca a porta vuota. Un quarto d'ora di tempo di relax ed ecco l'altro scatto. Denis Suarez che serve ancora Jordi Alba il quale serve alla Pulce il gol che chiude i conti. La ciliegina sulla torta arriva poi nel finale quando Messi decide di fondere lo sci al calcio saltando quattro difensori e beffando il portiere già in terra con un pallonetto.

La vittoria per Luis Enrique è un toccasana e placa un po' le critiche dopo il pareggio nel Clasico e quello contro la Real Sociedad. La montagna da scalare è ancora lunga perchè il Real Madrid dista sempre sei punti ma, con un Messi in questo stato, si potrebbero iniziare a dormire sonni tranquilli.