Affossare l'Atletico, spedire Simeone a meno nove e respingere il probabile assalto del Barcellona alla vetta della Liga. Due lunghezze da difendere, una trasferta ricca di insidie. Il Real - con alcuni dubbi - si lancia nell'inferno del Calderon, rinnova la sfida ai cugini dell'Atletico. Sei punti a dividere le due compagini, un divario costruito nell'ultimo turno di campionato. Il crollo dei colchoneros con la Real Sociedad, l'affermazione del Real sul Leganes, una forbice importante alla tornata numero 12.

Il 3-0 del Real sul Leganes, con protagonista Gareth Bale. Il gallese si infila tra i centrali e supera l'estremo difensore per il vantaggio, poi in mischia fissa il secondo punto. Di Morata l'ultima parola.

Due filosofie agli antipodi, almeno sulla carta. La personificazione in campo della realtà di panchina. Simeone - nel suo abito elegante - partecipa alla "vita" della sua squadra, sente la partita, gioca, non solo metaforicamente, ogni minuto. Zidane mantiene un atteggiamento più distaccato, è splendido nella sua superiorità. L'Atletico è rabbia e orgoglio, il Real classe e potere. La rivalità è - grazie all'Atletico - nel suo periodo più fulgido. Il miracolo Simeone consente di apprezzare un derby di meravigliosa incertezza.

I biancorossi confermano la tendenza recente. Squadra che vive di motivazioni estreme, che brucia di un fuoco accecante. Non a caso si definisce l'Atletico compagine di Coppa, più che di campionato. Un gioco fisico, mirato a reprimere idee e pensiero altrui. Resistenza e ripartenza, agli ordini di un guerriero. Diverso il Real, in tutto. Non bello, ma più propenso a proporre, a costruire. Zidane vince, al momento senza convincere. Anche per lui è una notte diversa.

Fotomontaggio VAVEL

Le probabili formazioni

Atletico Madrid

Simeone gode, rispetto al rivale, di assoluta abbondanza. L'Atletico si presenta alla sfida col Real con tutti gli effettivi a disposizione. 4-4-2, almeno sulla carta. Gameiro e Griezmann a condurre le danze offensive. Particolare attenzione alla figura di Carrasco. Parte largo a sinistra e in fase di ripiegamento si abbassa sulla linea mediana per dare supporto a Gabi e Filipe Luis, ma in fase di spinta si alza sulla linea di Griezmann, a comporre un tridente mortifero per qualità e rapidità.

Al fianco di Gabi, l'anima pulsante dell'Atletico, Koke e ovviamente Saul, altro giocatore di straordinario talento. A protezione di Oblak, il gigante Godin e Savic, con Gimenez che si accomoda in panchina. Juanfran completa l'undici del Cholo.

Real Madrid

Le defezioni, nel Real, sono pesantissime. Manca l'equilibratore, Casemiro, ma soprattutto manca Kroos, elemento di rara rilevanza per la capacità di interpretare ai massimi livelli le due fasi di gioco. Kroos è l'uomo che ripulisce l'azione del Madrid, scioglie la manovra e offre un appoggio agli avanti. Il rientro di Modric - dopo un lungo stop - allevia le difficoltà di Zidane, ma la mediana è comunque in difetto. Al fianco del genietto croato, Isco - uomo mercato - e Kovacic.

Buone nuove in difesa. Pepe non può prender parte al match, ma il rientro in extremis di Sergio Ramos risolve parecchi interrogativi. Il capitano guida il reparto, pronto a dar man forte al più giovane Varane e agli esterni Carvajal e Marcelo.

Poche le opzioni davanti. Morata è out per infortunio, spazio alla BBC, con Benzema non al meglio, ma comunque nella formazione di partenza. Bale e Ronaldo, ovviamente, le frecce laterali.

Inizialmente in panchina James Rodriguez.

Le parole della vigilia

Simeone - nella classica conferenza della vigilia - sottolinea le qualità del Real, ma non mostra eccessiva preoccupazione. Fondamentale l'interpretazione della partita, l'Atletico non può concedere ai bianchi un iniziale vantaggio. Il Cholo gonfia il petto e fa leva sulla crescita dei biancorossi, pronti a giocarsi ancora una volta il derby di Madrid.

"Il calcio ti dà la possibilità di guardare sempre avanti e di prenderti delle rivincite: di certo, il Real è una squadra che attacca bene gli spazi e sa distribuire il gioco come poche al mondo. Non importa per loro chi gioca, perché posseggono una rosa di altissimo livello".

"Quello che conta per noi e' avere il giusto approccio alla partita, contro una rivale diretta. Conosciamo i nostri difetti e loro i nostri. Pensiamo che qualche anno fa il Real Madrid per noi era imprendile, mentre adesso ci giochiamo il titolo con questa squadra".

Foto VAVEL

Zidane deve fronteggiare numerose assenze, inevitabile che il confronto con la stampa versi sul possibile undici anti-Atletico. Il tecnico francese para l'affondo dei media e preferisce mantenere un profilo guardingo. Il Real punta all'intera posta, non intende svestire i panni consueti per avvicinarsi all'Atletico.

"Siamo pronti per il Derby. Conosciamo bene l'Atletico così come loro conoscono bene noi, sappiamo cosa ci aspetta al Calderon. Non sono un mago e non posso dire a priori se ci saranno molti gol o come finirà la partita, so che sarà una partita molto bella per i tifosi, i giocatori e per gli amanti del calcio. Noi non cambieremo la nostra mentalità, indipendentemente da chi scenderà in campo. Giocheremo seguendo sempre la nostra idea, che è quella di giocare bene, dando il massimo dal primo all'ultimo minuto, e cercare di vincere".