Chiusa una porta, si apre un portone. Sembra la solita classica frase fatta, ma si porta dentro più di un fondo di verità, specialmente nel caso del Paris Saint-Germain. Alle spalle c'è l'era di Ibrahimovic, che ha portato in bacheca 12 trofei in quattro anni (sui 30 totali della società in 46 anni di storia), chiusasi tra l'emozione dell'addio al Parc des Princes e più di un rimpianto per aver sempre fallito l'appuntamento con quella coppa dalle grandi orecchie, obiettivo dichiarato del presidente-sceicco Al-Khelaifi.
Di fronte c'è una nuova prospettiva, senza più Zlatan ma con un nuovo fuoriclasse che è andato ad unirsi a quelli già presenti in rosa: Unai Emery. Una boccata d'aria fresca a livello ambientale dopo la montagna di critiche indirizzate - giustamente - all'indirizzo di Laurent Blanc.
L'avvicendamento in panchina sembrava scritto, specialmente dopo la cocente delusione provocata dall'eliminazione contro il Manchester City nei quarti di finale della scorsa Champions League: gli indizi a marzo lasciavano presagire un lieto fine per Ibra e compagni, sogno troncato prepotentemente da una serie di orrori difensivi e offensivi imputabili soprattutto alla pochissima preparazione dell'ex CT della Nazionale Francese.
Il miglioramento ambientale e tecnico con il passaggio di testimone al basco assume dunque l'aspetto di una respiro profondo a galla dopo una lunga apnea sott'acqua, anche perchè al momento la società sembra condurre un mercato esattamente a immagine e somiglianza delle idee del tecnico, il cui 4-2-3-1 sembra già fare paura. Ovviamente ogni tipo di discorso si riferisce all'ambito europeo, visto che in campo nazionale ogni trofeo non conquistato rappresenterebbe un fallimento, dato lo scarso livello della concorrenza.
PORTA GIREVOLE - Attualmente il PSG ha in rosa tre portieri di calibro medio-alto: Salvatore Sirigu, sulla lista dei partenti già da un anno ma ancora senza una sistemazione; Kevin Trapp, reduce da una stagione da titolare condita da alti e bassi; Alphonse Aréola, classe 1993 che dopo vari prestiti è arrivato al punto di richiedere meritatamente una maglia da titolare. Indubbiamente in un progetto a lungo termine il titolare indiscusso sarebbe quest'ultimo, peraltro prodotto del settore giovanile parigino, anche se permane il dubbio relativo agli altri due: l'italiano non è disposto ad affrontare un altro anno di panchina, così come potrebbe non esserlo il tedesco. In ogni caso, chiunque verrà scelto potrà fornire ampie garanzie, anche se rimane il rischio di una cessione dolorosa.
Il tanto criticato Trapp, numeri alla mano, tra i tre portieri è quello che garantisce il maggior numero di parate in rapporto ai gol subiti. Le eccessive papere giocano però in favore degli altri due, più sicuri nelle competizioni prese in analisi (con Areola al Villarreal).
DIFESA... BLINDATA? - Di fronte, la nuova linea a quattro che va definendosi sembrerebbe escludere (finalmente) la titolarità di David Luiz, pacco clamoroso rifilato allo sceicco dal Chelsea per una cifra intorno ai 60 milioni, probabilmente l'acquisto peggiore nelle ultime sessioni di mercato. Marquinhos e Thiago Silva sono una coppia che può funzionare ed il recupero soprattutto mentale dell'ex Milan potrebbe forse addirittura permettere qualche rischio in più con l'inserimento dell'altro brasiliano. L'aria nuova sia in Nazionale verdeoro che nel club potrebbe solo che giovare al capitano, che da quel Mineirazo sembra aver iniziato la fase di declino. Troppo presto.
Defence score e % di duelli vinti dai tre difensori a disposizione di Blanc nella scorsa Champions League. Thiago Silva è nettamente il migliore, David Luiz si risolleva nei duelli con la capacità nel gioco aereo ma è il peggiore in quanto a efficienza. CVD.
PAROLA D'ORDINE: SPINGERE - Per completare il reparto c'è un'ampia gamma di scelta, con due giocatori per fascia. Difficilmente Emery rinuncerà a qualcuno sul mercato, dato che anche nella sua passata esperienza andalusa si è spesso divertito ad alternare i terzini titolari, sia per una questione di freschezza che di caratteristiche. A destra la scelta è tra la follia di Aurier, uno che in fase difensiva potrebbe peccare più di una volta di eccessiva attrazione verso la palla ma che ha la bruciante velocità di pochissimi, e tra la lucidità di Meunier, fresco acquisto dal Brugge, sempre molto composto ed ordinato ma non sempre un fattore nella metà campo avversaria. Dall'altra parte, a sinistra, l'esperienza di Maxwell può essere alternata all'arroganza calcistica (e non) di Kurzawa, reduce da un anno di panchina. Doppio ballottaggio fisso.
Esemplificazione statistica della pericolosità offensiva (sopra, nel numero di chances da gol create a partita) e dell'affidabilità difensiva (sotto, nella % dei duelli vinti). I numeri di Aurier risultano minori causa la sua imprecisione nel momento chiave.
TRUST - Probabilmente una delle pochissime certezze sarà l'uomo di fiducia per eccellenza di Emery, colui al quale lascerebbe anche le chiavi di casa, della macchina e il portafoglio in custodia. Tempo di finire l'Europeo e se l'è portato a Parigi, direttamente da Siviglia. Grzegorz Krychowiak è attualmente uno dei primi tre mediani bassi al mondo, forse addirittura il primo per lucidità nella giocata e capacità di lettura delle situazioni in entrambe le fasi, aggiunte alla rapidità di esecuzione e pensiero. Sostanzialmente quello che una squadra di calcio desidererebbe. Immediato pensare che vicino a un giocatore così ci possa stare un velocista capace di affrontare entrambe le fasi come Matuidi, un altro affidabilissimo che raramente commette sbavature, figurarsi poi se è svincolato dal compito di portare palla, visto che ci penserebbe il compagno polacco. Ah, e nel caso ci sarebbero anche Rabiot e Thiago Motta, per farli rifiatare.
A sinistra, la heatmap della gara di Krychowiak con la sua nazionale, la Polonia, contro il Portogallo, quarto di finale di Euro 2016. A destra, la ragnatela di passaggi nella stessa partita. Quantità e qualità, contro una squadra bloccata, agendo ad ampio raggio e indovinando l'89% dei passaggi, anche nei supplementari.
MONSIEUR MARCO - E Verratti? Il regista dell'era Blanc potrebbe essere meravigliosamente esaltato dal sistema nella posizione di trequartista, ruolo che negli ultimi anni con Emery hanno ricoperto giocatori dall'eleganza sopraffina, dal tocco magico e con intelligenza calcistica superiore. Prima Rakitic, poi Banega. Posto che entrambi sono comunque patrimoni del calcio, immaginate il nostro compaesano avanzato in quella posizione. Potrebbe forse risultare difficoltoso per lui l'inizio, come lo è stato anche per gli altri due, ma a lungo andare l'idea di vedere Marcolino regista avanzato potrebbe iniziare a stuzzicare anche i più fini palati dei puristi del gioco.
Nella scorsa stagione, Verratti in Ligue 1 ha creato 20 occasioni da gol in 18 presenze, di cui solo 6 giocando l'intera partita: la maggior parte di esse sono nate proprio dalla trequarti, ben il 55% del totale.
GIVES YOU WINGS - Anche perchè avere un regista offensivo che può lanciare sulle fasce giocatori veloci e tecnici allo stesso tempo, che accettano l'uno-contro-uno in fase offensiva e anzi ne fanno un punto di forza, potrebbe essere come una lama che affonda nel burro delle difese avversarie. Di Maria, il colpaccio dell'anno scorso, può finalmente avere un ruolo chiaro e una posizione di partenza indicata, dando un punto di riferimento che rimane poi effimera illusione per chi spererebbe di fermarlo: idealmente l'ala sinistra, come in Nazionale. A destra, sotto a chi tocca: Ben Arfa è un talento favoloso ma la testa è purtroppo quella che è e il rendimento complessivo ne potrebbe risentire, specialmente in un grande club; Lucas sembra più adatto alla maglia da titolare ma si intestardisce troppo spesso, così si riaprono scenari per Pastore, atteso alla definitiva consacrazione.
Nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League 2016 contro il Chelsea, Di Maria giocò da ala sinistra. Di fatto svariò continuamente per il campo (a sinistra), ma le principali occasioni, assist compreso (in blu, a destra) le creò quando rimase largo.
PHYSIQUE DU ROLE - La ciliegina sulla torta del gioco di Emery sono però sempre stati gli attaccanti, i realizzatori. Lasciamo parlare i numeri degli ultimi due anni a Siviglia: Carlos Bacca nella stagione 2014/15, 28 gol; Kevin Gameiro nella stagione 2015/16, 29 gol. Il motivo è semplice: due punte che sanno attaccare lo spazio come pochi altri in Europa. Ecco, ora pensate di dare in mano al tecnico il migliore nella specialità, ovvero Edinson Cavani. Aggiungeteci anche una voglia di riscatto dopo gli anni all'ombra di Ibrahimovic e le stagioni difficili, disputando gran parte delle partite fuori ruolo. L'uruguagio torna nella sua posizione con l'allenatore che meglio sa esaltare le sue caratteristiche, un toccasana per tutto il calcio.
Ad ora, in conclusione, il PSG sembra una squadra costruita esattamente ad immagine e somiglianza di Emery, forse la miglior scelta possibile per sfruttare al meglio tutte le enormi potenzialità che ha la squadra. Inoltre il tecnico è specialista di Coppa, le ultime tre Europa League conquistate con il Siviglia sono tutto tranne che una semplice casualità. Dovesse ripetersi anche al piano di sopra, portando la Champions per la prima volta a Parigi, la sopresa sarà solo relativa. Nel frattempo, hype ne abbiamo?
(grafici da Squawka.com)