L'harakiri del Barcellona al Camp Nou contro il Deportivo la Coruna di sabato pomeriggio aveva offerto al Real Madrid di Rafa Benitez un'occasione d'oro per rientrare di prepotenza nei giochi per il titolo. I blancos, reduci da goleade in serie contro avversari in realtà non irresistibili, sono però caduti fragorosamente al Madrigàl, trafitti dal più classico dei gol dell'ex di Roberto Soldado, che ha rilanciato le ambizioni di Champions del Villarreal di Marcelino. Los merengues hanno sostanzialmente regalato un tempo - il primo - agli avversari, per trascorrere poi l'altro alla ricerca frenetica di un pareggio che non avrebbe comunque cambiato più di tanto la situazione in classifica. La Liga infatti vede ora al comando il duo Barcellona-Atletico Madrid, a quota 35 punti dopo quindici turni, mentre il Real è fermo a 30 (peggior partenza dal 2008/2009, con Schuster in panchina, poi esonerato), braccato dal Celta Vigo e dallo stesso sottomarino giallo per la terza posizione in campionato.
A finire sul banco degli imputati è stato nuovamente il tecnico Rafa Benitez, contestatissimo da tifosi e critica, con la stampa di Madrid che non ha perso l'occasione per rilevare come "così si perdano i campionati", definendo "grande con le piccole e piccole con le grandi" il Real edizione 2015/2016. Un pareggio con l'Atletico, una vittoria sofferta contro il Celta, e tre sconfitte (Barcellona, Siviglia e Villarreal) il magro bottino della Casa Blanca in questo primo scorcio di Liga contro le big. A Benitez viene contestata la scarsa aggressività con cui i suoi si sono presentati sul prato della comunità valenciana, oltre a varie scelte tecniche considerate discutibili dai custodi dell'ortodossia madridista. Tenere in panchina Toni Kroos per tutti i novanta minuti di un match in cui è mancato ordine a centrocampo è una delle prime accuse rivolte all'allenatore, che ha risposto stizzito alla domanda sul giocatore tedesco, affermando in maniera laconica di avergli preferito Casemiro. Il brasiliano è infatti uno dei pretoriani (forse l'unico, malignano in tanti) di Benitez, che non rinuncia quasi mai alla sua fisicità in mediana, affiancandolo a Luka Modric spesso proprio a discapito di Kroos, passato in pochi mesi da intoccabile stakonovista con Ancelotti a esubero di lusso nella nuova gestione tecnica. C'è poi la questione relativa a James Rodriguez, reinserito in pianta stabile nell'undici titolare quasi a furor di popolo, ma sballottato a destra e a manca secondo le necessità contingenti. Prima trequartista, poi esterno d'attacco, infine mezz'ala nel 4-3-3, il colombiano ha perso parte della brillantezza della primissima fase di stagione, quella pre-infortunio per intenderci, con Isco tornato tra i panchinari (il malagueno avrebbe già minacciato l'addio dopo la panchina riservatagli nel Clasico).
Resta sul tappeto anche la discussione riguardante Cristiano Ronaldo. Al fenomeno portoghese viene fatto notare di aver segnato solo in determinate partite (quelle vinte di goleada), mentre la sua media realizzativa si è abbassata vistosamente nelle gare tirate contro avversari più ostici per i blancos. Sul rendimento di CR7 pesano però almeno due fattori. Il primo, dato dall'incertezza sulla sua reale integrità atletica (ricorrenti i problemi al tendine rotuleo del ginocchio destro), il secondo legato allo scarso feeling con Benitez, per certi versi indirettamente ribadito dall'ultima intervista del portoghese in cui si sprecavano gli elogi per Carlo Ancelotti (non diversamente da quanto dichiarato da Kroos e Modric, peraltro). L'ambiente del Bernabeu non attendeva altro per tornare a sparare a zero sulla Casa Blanca, con Florentino Perez ormai invitato quotidianamente alle dimissioni dai suoi stessi tifosi e non più protetto dalla stampa di Madrid, e Benitez considerato inadeguato a gestire una situazione così complessa, in cui i rancori tra squadra e aficiòn (per non parlare di quelli tutti interni allo spogliatoio e legati ai rapporti con il presidentissimo) riemergono a ogni passo falso. Anche perchè non ci sono solo i rivali storici del Barcellona (ora in Giappone per provare a vincere il Mondiale per Club) a infierire sulle difficoltà del Madrid, ma anche i cugini "poveri" dell'Atletico, che sembrano avere tutte le intenzioni di replicare il successo a sorpresa del 2014, in un accerchiamento che non concede un attimo di respiro alla banda di Perez e soci.
Prima di Natale il Real affronterà in casa l'abbordabile Rayo Vallecano, mentre i blaugrana salteranno momentanemante la sedicesima giornata di campionato per dedicarsi alla missione mondiale. L'obiettivo è adesso quello di rimanere aggrappati alla vetta e guardarsi le spalle dalle inseguitrici, sperando che il Barça continui a concedersi pause e che l'Atletico incappi in un paio di gare storte per provare l'aggancio. In un altro contesto Benitez sarebbe stato probabilmente già esonerato, ma Florentino non ha alcuna intenzione di rinnegare la sua scelta estiva, proseguendo in uno contro tutti che rischia però di avvelenare ancor di più un ambiente già esacerbato dalle polemiche delle ultime stagioni.