Liga 2011-2012, Champions League 2012-2013. A Málaga sono convinti che stagioni del genere non torneranno mai più. Il club biancoazzurro dopo essere stato l’equipo ascensor per antonomasia, dividendo la propria storia tra Segunda e Primera división, vola in territorio nazionale e oltre i confini spagnoli.

La squadra allenata da Manuel Pellegrini arriva quarta in Liga, miglior risultato di sempre. Ai playoff di Champions i boquerones mietono la prima vittima: il Panathinaikos. Vittoria 2 a 0 alla Rosaleda, pari in Grecia e prima partecipazione assoluta in UEFA Champions League per la squadra della Costa del Sol. La Rosaleda diventa un fortino europeo nelle notti magiche. A Málaga vengono sconfitti il Milan di Allegri, l’Anderlecht e lo Zenit San Pietroburgo. 3 vittorie nelle prime tre partita: 3-0 in casa contro i russi, 3 a 0 in Belgio, e poi una vittoria in casa 1 a 0 contro il Milan, segna Joaquín. Il Málaga pareggia a San Siro, 1 a 1, e si qualifica agli ottavi come prima del girone, seguiranno i pareggi con Zenit e Anderlecht. 12 punti, il Porto dall'urna. Il sorteggio è difficile. 1 a 0 a Oporto, ma al ritorno vale ancora il fattore Rosaleda. Málaga che vince 2 a 0 e si qualifica ai quarti di finale contro il Borussia Dortmund. L’andata alla Rosaleda finisce a reti bianche, ma nel ritorno succede quello che passerà alla storia del club andaluso come l’inizio della fine. Dortmund, minuto 89. Il Málaga conduce per due a uno e sogna una semifinale storica. Quella partita la vince il Dortmund per tre a due, molto dubbia la remuntada nei minuti di recupero. Il gol dei tedeschi è in fuorigioco, e a Málaga si rompe il giocattolo.


Willy Caballero in porta, Demichelis e Heitinga in difesa, Toulalan a centrocampo, Julio Baptista in forma strabiliante, frecce d’attacco Van Nisterlooy e il paraguaiano Roqúe Santa Cruz, oltre Saviola, Joaquín attualmente in viola, ma soprattutto una coppia di piedi irripetibile. A Málaga sono tutti consapevoli che giocatori come Isco e Santi Cazorla non giocheranno più per il club. Lo sceicco Al Thani, cugino del presidente del PSG, aveva rilevato il club solo due estati prima. Il suo intento era quello di dominare nella Liga spagnola e finanziare progetti, una scuola giovanile di primo livello e alberghi di lusso nella costa del sol nello specifico Marbella. La junta de Andalucía rompe le trattative con lo sceicco per acquisizione di terreni a Marbella, e il presidente del club boquerón capisce che fronteggiare in Liga colossi come Real Madrid e Barcellona suppone ulteriori investimenti. Lo sceicco romperà il gioco, la squadra verrà smantellata, si punterà sui giovani.


Samu Castillejo, Samuel García, Sergi Darder, Juanmi. Questi sono i 4 giocatori biancoazzurri prodotto del vivaio con il quale il Málaga deve ripartire. I debiti sono tanti e nonostante il sesto posto della stagione 2012-2013 il club viene multato dalla UEFA e non può partecipare all'Europa League. Al suo posto i cugini rivali del Sevilla che vengono ripescati e alzano la coppa a fine stagione allo Juventus stadium. In quella estate inizia la prima rivoluzione. Via tutti gli ingaggi onerosi, rimane solo Santa Cruz. Spazio al progetto giovani. Ma il sole, calcisticamente parlando, non si vede più. Il Málaga in questa stagione chiude nono, crolla nel 2015 nonostante sul campo arrivino timidi segnali dai quattro giovani canterani. E’ un Málaga di sussistenza, espugna il Camp Nou (dopo il pareggio alla Rosaleda, il Málaga è l’unica squadra ad aver vinto nello stadio catalano e non aver perso contro la squadra del triplete), il gol-vittoria di Juanmi rimarrà negli annali del club malagueño. Un po’ sotto alle pagine della stupenda cavalcata in coppa dei campioni.

Il calciomercato è iniziato da soli 8 giorni. Sedici milioni per la coppia dei Samuel che cambiano casacca e partono verso il Villarreal, Juanmi è ceduto in Inghilterra al Southampton per 7 milioni. Rimane Sergi Darder, ma la Roma è sul giovane centrocampista '93, anche il Porto lo vuole. E’ la fine di un altro ciclo, già meno vincente del precedente, la malinconia oscura i volti allegri della città di Málaga, vicina al paradiso per un solo anno e ora costretta a subire una nuova discesa verso il calcio meno di copertina. E’ la storia di chi sa che i soldi, almeno nel calcio, non fanno la felicità. La aficción della Rosaleda canterà ancora più forte per coprire l’assordante silenzio del nuovo smantellamento.