Sette anni di trionfi, successi e grande calcio. Dani Alves con il Barça è diventato il laterale basso più forte al mondo, ma probabilmente, la sua avventurà in blaugrana si concluderà il 6 giugno con finale di Champions di Berlino.
Il terzino brasiliano, al centro di mille voci riguardanti il suo futuro, oggi in conferenza stampa, ha chiarito diversi aspetti del suo controverso rapporto con i vertici blaugrana. Con il contratto in scadenza tra poco più di un mese ed il blocco del mercato valido fino a questo inverno, in casa Barcellona non possono permettersi di perdere un giocatore del calibro di Alves senza prima torvare un degno sostituto. Dani Alves però, non sembra per nulla intenzionato ad accettare il rinnovo del contratto proposto dal presidente Bartomeu: "Fino a sei mesi fa non volevano rinnovarmi il contratto. Poi quando è arrivata la sentenza della Fifa che gli impedisce di comprare sono venuti a chiedermi di firmare. Però al loro prezzo. Per tutto ciò che ho fatto per il Barça penso di meritare molto di più. E non parlo di soldi ma di rispetto". Non nè fa una questione di soldi, anche se probabilmente una delle cause del litigio sta proprio nello stipendio, decisamente al ribasso che il Barcellona ha proposto al 32enne nazionale verdeoro.
Poi, Dani rincara la dose attaccando oltre che quella attuale, anche la vecchia dirigenza: "Non sono venuto qui a far casino, ma a difendermi perché in queste settimane sono state dette delle cose pessime su di me e c’è un limite a tutto. Ecco ho raggiunto il limite. E siccome io non parlo quando mi riunisco con qualcuno, sono altri quelli che hanno fatto trapelare certe cose. La situazione oggi è la stesa del 30 giugno 2014. Il fatto che non ci sia più Zubizarreta non ha cambiato la situazione, perché anche quando c’era non è che mi avessero fatto una grande offerta".
Alves però, resta concentrato sull'obbiettivo triplete che attende la squadra di Luis Enrique, con le finali di Champions e Copa Del Rey ormai alle porte: "A livello di squadra sono dentro al 200%, ci sono due finali da giocare e voglio vincerle, sono concentrato al massimo. A livello di club però sono dentro solo al 10%. Diciamo che ho un piede e mezzo, la testa e il corpo fuori dal Barça. Però non ho ancora preso una decisione definitiva, ma di sicuro non andrò al PSG". Poi conclude rivolgendosi a Bartomeu: "il presidente sa cosa deve fare se vuole che io resti qui".