Cala il sipario sui mondiali indoor di Birmingham. L'ultima giornata pone sul piatto medaglie pesanti, fuoriclasse della materia aggiornano la storia dell'atletica. Renaud Lavillenie torna grande al coperto, sconfigge paura ed avversari, valica l'asta posta a 5.90 e contiene il sorridente Kendricks, di recente il n.1 della specialità. Lavillenie prova anche l'assalto ai 6 metri, senza esito. L'americano è secondo, terzo è Lisek, con identica misura. Il polacco - 5.85 - paga una sbavatura a 5.60. 

Ivana Spanovic non sbaglia, mai. La serba si impone nel lungo con mirabile costanza. Entra in gara con un 6.89 da stropicciarsi gli occhi per tempi e tecnica, poi allunga a 6.96. Miglior salto dell'anno, 7cm oltre un'arrembante Reese. Argento per l'americana, il bronzo va alla Moguenara-Taroum - 6.85. Burks quarta. 

La Niyonsaba controlla gli 800 - 1'58"31. La Wilson è l'unica ad avvicinarsi, segue la Oksan Clarke, ultima sotto la barriera dei due minuti. Nei 1500 U, Tefera - 3'58"19 - brucia Lewandowski. Volata a ranghi quasi compatti, in una manciata di centesimi diversi atleti, rifinisce il podio Iguider. A bocca asciutta il secondo etiope, Wote. Per completare il discorso inerente al mezzofondo, titolo a Kejelcha - 8'14"41 - nei 3000. Anticipa il connazionale Barega, Birgen si prende il restante spicchio di gloria. Undicesimo Bouih - 8'20"84. 

Un centesimo divide Pozzi e Eaton nei 60hs, ha la meglio il britannico - 7'46. Manga spinge Merritt fuori dal podio. L'Italia è quinta nella 4x400 D - 3'31"55 - dove a decollare sono gli Stati Uniti, con le prime due della prova individuale al tramonto - 3'23"85, record dei campionati. Al maschile, strepitosa performance della Polonia. 3'01"77 - WIR - americani solo d'argento. Bronzo Belgio. 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo