Il Golden Gala regala, al tramonto, un 5000 da brividi. Manca Almaz Ayana - al momento ai box per infortunio - ma la presenza di Dibaba ed Obiri consente di aspirare a qualcosa di speciale. Il risultato conferma le attese, l’epilogo è da spellarsi le mani, anche se al dominio della Obiri fa da contraltare una Dibaba evidentemente sottotono. La fase iniziale di corsa vede le lepri - Kushnir e Bontu - spartirsi i compiti, con le migliori subito a ruota. La Dibaba rompe presto gli indugi e balza al comando al secondo chilometro. Impone un’andatura regolare, che non piega le gambe delle sue dirette concorrenti. Il punto di volta 1000 metri dopo. La Obiri salta l’etiope ed imprime un evidente cambio. La Dibaba è in affanno, pesante, non riesce a produrre la sua consueta azione, scivola addirittura in quarta posizione. Il boato dell’Olimpico accompagna la cavalcata di Hellen Obiri, il terzetto al suo inseguimento paga, nel breve, addirittura 10 secondi. La keniana sprinta fin sul traguardo e fissa il nuovo limite nazionale, 14’18”37. Tirop e Gidey ad accompagnarla sul podio. Quarta la Can, serbatoio vuoto negli ultimi 400 metri. Addirittura sesta Genzebe Dibaba.
Pur privi di Laura Muir, sono d’eccellenza anche i 1500. La rumena Pierdevara è l’unica lepre, per quasi un chilometro sgrana il plotone, poi è di Sifan Hassan la sortita vincente. Stacca la Tsegay - l’etiope paga poi lo sforzo - e si lancia verso un riferimento cronometrico di spessore. Non perde mai di forza la falcata, è sempre in spinta la Hassan, il tabellone evidenzia la bontà della prova. 3’56”22, record del meeting, miglior tempo dell’anno. Seconda è la Chebet, 3’59”16. Sedicesima la Magnani, 4’07”99, stagionale anche per lei.
Gli 800 U, invece, seguono un differente copione. Kinyor è ligio alle indicazioni e impone un ritmo importante, ma nessuno segue il keniano, che è addirittura davanti quando il gruppo entra nei 100 finali. Contesto tattico, la casa di Adam Kszczot. Il polacco spara un cinquanta super e brucia Bett e Brazier. 1’45”96 il suo tempo. Sfortunato Amos, a terra alla campana del secondo e ultimo giro.
Nel 1500 U di stampo italiano, successo per Bussotti - 3’42”15 - battuti in volata Bouih e Sheik. Quarto, col personale, Bernardi, 3’42”68.