Fabrizio Donato strappa di classe l'argento nel triplo e consente all'Italia di lasciare Belgrado quantomeno con un riconoscimento importante. Le ultime prove, infatti, non sorridono ai colori azzurri. Due carte per nobilitare il medagliere, ma il salto in alto maschile non riserva particolari gioie a Silvano Chesani, mentre la 4x400 femminile resta ai piedi del podio. Dopo il 2.28 di qualificazione, Chesani si ferma a 2.27. L'atleta italiano non riesce a scavalcare i 2.30 ed è quindi sesto, mentre l'oro va al polacco Bednarek, 2.32 alla prima, poi tre tentativi tra i 2.34 e i 2.35. Secondo è Grabarz, 2.30. La staffetta paga invece un avvio difficile. Pasquale finisce nelle retrovie e non basta il parziale ritorno di Spacca e Chigbolu. La Folorunso, in ultima, respinge addirittura la Guei, ma le medaglie sono, nell'ordine, per Polonia, Gran Bretagna e Ucraina.
Ivana Spanovic regala un capolavoro al pubblico di casa. La serba rinnova a distanza la sfida alle americane. La serie che conduce all'oro è mirabolante. Nella fase centrale di gara, la Spanovic vola tre volte oltre i 7.10, 7.24 il miglior risultato. Misura che iscrive la fuoriclasse di Zrenjanin tra le più grandi di sempre. Ad accompagnarla in questa impresa, Ugen - 6.97 - e Salman Rath - 6.94, primato personale. Quarta la Klishina.
Negli 800, successi per Buchel e Kszczot. La svizzera lotta fino all'ultimo centimetro per regolare la Oskan Clarke - bronzo alla Hinriksdottir - mentre il polacco, in una gara tattica, dimostra superiore intelligenza. Attende il giusto "rintocco" per piazzare la stoccata. 1'48"87, alle sue spalle Bube e De Arriba.
Asha Philip si aggiudica i 60, con il miglior tempo europeo dell'anno. 7"06, splendido il ritorno negli ultimi 20 metri. La Povh, favorita, si incarta ed è argento, terza la Swoboda. Infine, la 4x400 maschile va a una grande Polonia, con il Belgio che paga l'assenza di Jonathan Borlée ed è così secondo. Terza la Repubblica Ceca.