A Belgrado - sede dell'europeo indoor di atletica leggera - si assegnano le prime medaglie. Gara di ottimo livello quella dell'asta maschile, con tre atleti al vertice. Lisek, Filippidis e Wojciechowski valicano i 5.85, ma non riescono poi a sorvolare la quota superiore (5.90). A decidere è così la maggior precisione del primo, supera i 5.85 alla prima prova e regola il greco, in precedenza più falloso, ma comunque al record nazionale. 

I 60hs premiano Roleder e Pozzi. La tedesca si conferma donna da gara e offre il meglio nell'atto conclusivo. Toglie un centesimo rispetto al crono della semifinale e brucia Talay e Dutkiewicz. La turca non ripete il 7.86 del turno precedente e deve quindi accontentarsi dell'argento. Al maschile, è questione di attimi. Pozzi coglie un arrivo perfetto e "rifila" un centesimo a Martinot Lagarde e due a Svoboda, ottimo terzo. 7"51 per il vincitore, solo settimo Ortega. 

Nel peso femminile, invece, tutto secondo copione. L'ungherese Marton lancia a 19.28 - WL - e stacca di quasi un metro la Mavrodieva.

Qualificazioni e semifinali - Maslak alza i giri del motore rispetto alla batteria e firma il miglior riferimento nella semifinale dei 400. 46"45, con il danese Vedel, 46"60, al personale. Fatica, rispetto all'avvio, lo spagnolo Bua. Al femminile, 52"17 di una Sprunger che sembra non conoscere sosta. La Guei, dentro dopo le polemiche del mattino, corre in 52"20, bene anche Hejnova e L.Nielsen. 

Buone notizie nel mezzofondo per l'Italia. Due azzurri staccano il biglietto per la finale nei 3000. Razine ha addirittura il secondo crono - 7'55"17 - alle spalle di Leanderson. Crippa è invece l'ultimo della lista. 12esimo pesca un jolly importante. Nei 1500, Bouih, in scena nella terza batteria, la più veloce, chiude in 3'44"67. Nessun problema per lui. 

Fabrizio Donato - il capitano - indica ancora una volta la via. Nel triplo, plana a 16.70, ottava misura e qualificazione. Davanti, 17.52 sontuoso di Heb. Cavazzani - 16.38 - saluta la competizione.

L'alto femminile rimanda invece le due italiane in pedana. 1.86 per Furlani e Capponcelli. Mancano 4cm per il sogno europeo. La Beitia scavalca in scioltezza l'1.90 e conferma il ruolo di favorita. 

A completare il nostro resoconto i 1500 donne. L'attesa Muir si prende la scena. 4'10"28, in cantiere una doppietta storica. La britannica punta a monopolizzare la rassegna di Belgrado.