L’appuntamento con la storia è fissato per sabato 13 agosto, data in cui Usain Bolt potrebbe mettere la prima pietra per realizzare una terza incredibile tripletta di ori consecutivi con la gara dei 100 metri, a cui seguiranno nei giorni successivi i 200 metri e la staffetta 4x100: sia a Pechino che a Londra è stata una sentenza d'oro. Il giamaicano però nel corso degli anni ha saputo trascendere il ruolo del semplice atleta, diventando uno dei personaggi più influenti dell’intero panorama sportivo, uno di quelli le cui dichiarazioni hanno sempre un eco significativo.
È successo anche questa volta, dove il Bolt personaggio ha prevalso inizialmente sull’atleta, regalando spettacolo con fotografie e balletti improvvisati e portando con sé il consueto buonumore, ma al momento delle parole ritorna serio per occuparsi di uno degli argomenti più discussi di quest’ultimo mese: “Doping? Non posso essere sicuro che tutti siano puliti, non ci sono certezze nella vita, questo è il compito della WADA e del CIO. Credo che stiamo estirpando l’erba cattiva e tra qualche anno ci sarà uno sport pulito”. Le dichiarazioni sono di condanna, ma è chiaro che il giamaicano non ha voluto calcare troppo la mano, non facendo riferimenti alla presenza di Gatlin, squalificato quattro anni per doping nel 2006 e recentemente finito nell’occhio del ciclone dopo una polemica con la russa Isinbayeva. D'altronde con lo statunitense Bolt ha già gareggiato (e vinto) e aizzare una polemica non è nel personaggio.
Il giamaicano ha parlato anche delle sue aspettative per le gare: “Mi piace intrattenere la gente, per questo vengono a vedermi. Voglio fortemente il record nei 200 (in programma il 16 agosto ndr), voglio correre sotto i 19’’. Questa è la gara per cui sono più nevoso, dalle batterie alla finale. Nei 100 so quali sono i miei punti deboli e i miei punti di forza, nei 200 sono sempre nervoso”.
Infine anche un commento su Paul Pogba, neoacquisto del Manchester United, squadra di cui Usain Bolt è tifoso: “Sono felice che sia tornato al Manchester e devo ringraziare Mourinho perché so che senza di lui non sarebbe mai arrivato”.