Yelena Isinbayeva si scaglia all'attacco dei vertici dell'atletica mondiale. Il TAS conferma in sostanza la tesi della IAAF e rigetta l'istanza degli atleti a pochi giorni dall'avvio olimpico. L'atletica russa resta quindi esclusa dalla rassegna a cinque cerchi. La zarina - 4.90, miglior prestazione dell'anno ai campionati nazionali - vede tramontare in netto anticipo il sogno a cinque cerchi, dopo il doppio titolo tra Atene e Pechino.
La primatista mondiale riserva una dura frecciata non solo ai piani alti, ma anche alle mancate avversarie:
"E' il funerale dell' atletica leggera. Adesso tutti questi sportivi stranieri pseudo-puliti possono tirare un sospiro di sollievo e vincere le loro pseudo-medaglie d'oro in nostra assenza"
Di altro avviso Usain Bolt. Il campione giamaicano, a Londra per la tappa della Diamond League, atteso sui 200 dopo l'infortunio ai Trials, si schiera al fianco della IAAF in nome di uno sport pulito. "Le regole sono regole", parole nette, che stroncano sul nascere qualsiasi dubbio sul pensiero del più forte velocista al mondo. Lui, Bolt, non teme la scure della giustizia, mostra anzi il prelievo mattutino, un test, l'ennesimo, prima della partenza per Rio.
"In verità non ho molto da aggiungere. E’ un momento triste, ma le regole sono regole e devono essere accettate e rispettate. Se ci sono le prove, le conseguenze sono inevitabili. Chi sbaglia, deve pagare: lo sport è una cosa seria e il suo mondo deve rimanere pulito. Io comunque me ne preoccupo relativamente, voglio rimanere concentrato sui miei obiettivi. E ho nulla da nascondere: sono stato testato, anche stamattina"