A Bolzano, la parola passa alla difesa. Dopo il forte attacco di Alex Schwazer ai vertici dell'Atletica, in particolare a Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischetto, ex medici Fidal, rei di aver coperto il doping del marciatore, in aula tocca ai legali dei due "avventarsi" sull'atleta azzurro per scagionare gli accusati.
La difesa poggia sull'incoerenza di Schwazer. Più volte, in aula, si sottolinea il cambio repentino di Alex, dichiarazioni che non collimano, parole che si annullano in un vorticoso ribaltamento di posizioni. Schwazer - all'apparenza tranquillo - risponde all'attacco, è una sorta di parata-risposta, perché il ragazzo conferma quanto sostenuto in precedenza.
Ribatte a toni forti, sottolineando una data chiave. 21 maggio 2012, giorno dell'incontro con Fiorella, il giorno della confessione. L'Epo come scottante argomento, l'ammissione dell'uso di sostanze dopanti all'allora medico Fidal. I legali mettono spalle al muro Alex, presentano siringhe in aula e provano a sconfessare il racconto di Epo contenuto in confezioni di voltaren (troppo piccole a detta della difesa per contenere le siringhe stesse). "Ma queste non sono le siringhe dell'epo e io ho tolto la plastica prima di infilarle nella scatola". Schwazer risponde così, freddo.
Il marciatore conferma l'uso di Epo, a Milano e a Obertsdorf, conferma altresì la volontà di vuotare il sacco, la decisione di raccontare non solo il suo errore, ma l'omissione di molti, dopo il colloquio con Donati, uno scambio di pensieri all'alba del rapporto di pista.
L'avvocato di Fischetto porta in dote certificazioni che testimoniano "disturbi asmatici", "asma bronchiale", ma anche qui arriva il "no" di Schwazer, che ricorda i dubbi della Iaaf in merito alla richiesta di "esenzione per i broncodilatori".
La battaglia prosegue, a suon di prove e di testimonianze, da una parte Schwazer, oggi più forte, dall'altra la difesa, pronta a tutto per dimostrare l'estraneità della Fidal. Tempi lunghi, materia da trattare con i guanti.
Fonte Gazzetta dello Sport