Forse, ha ragione Justin Gatlin. Ad oggi, è impossibile fissare un limite, stabilire una linea. Il cronometro sorride al rampante Justin, ogni gara riserva una sorpresa, ogni corsa segna un sostanziale progresso. A Eugene, Gatlin scende in pista nei 200, lasciando la ribalta dei 100 a Tyson Gay.
Una volata incredibile, falcata ampia, piedi rapidi, uno sparo al via, una progressione, sul lanciato, devastante. 19"57, 11 centesimi meglio del miglior Gatlin di carriera, non lontano dal Bolt versione extra-lusso.
Gatlin riscrive la storia del recente periodo e rilancia, idealmente, la sfida a Usain, oggi in silenzio, lontano dalla pista e dalla ribalta. A Kingston, Bolt resta nell'ombra, in attesa del ritorno della Diamond League. Parigi e Losanna, per conoscere il reale stato di forma del giamaicano, Losanna, terra di record e d'atletica, per rivedere Gatlin impegnato in una sfida con avversari di primo livello. In Svizzera, nei 100, Gatlin ritrova Gay e Powell, un anticipo iridato, una tappa chiave nella rincorsa a Pechino.
A Eugene, l'attesa cresce dopo le batterie, quando Gatlin, in totale decontrazione, scalza già il muro dei 20"00. In semifinale, una gara fotocopia, in leggerissima crescita. Poi l'esplosione, Gatlin corre dal primo all'ultimo metro e un urlo squarcia la cornice a stelle e strisce. Il n.1 di stagione chiama il n.1 della storia, Gatlin è il più forte, Bolt non può più nascondersi.
Alle spalle di Gatlin, Young, 19"93, e Spearmon, 20"10. Quarto, a un centesimo, Lee.