E' dura la vita di chi pratica gli sport cosiddetti minori. Ci sono da fare tanti sacrifici e rinunce, bisogna allenarsi duramente per poter arrivare in forma agli appuntamenti importanti. Quest'ultimi valgono una stagione e a volte un'intera carriera. Se va bene dura solo un attimo la gloria, poi si scivola di nuovo nell'anonimato. La marcia è una specialità dell'atletica leggera, che non ha la popolarità di altre, come possono essere ad esempio i 100 metri piani. Annarita Sidoti l'ha scelta ed ha contribuito in maniera decisiva ad arricchire il palmares dell'Italia.
L'atleta di Gioiosa Marea nonostante la sua figura sembrasse esile (1,50 m di altezza per 42 kg di peso), aveva in realtà grinta e determinazione da vendere. In nazionale ha gareggiato 47 volte, prendendo parte a 3 Olimpiadi e 6 Mondiali. La Sidoti ha vissuto il suo periodo d'oro negli anni 90 del secolo scorso. Il suo primo trionfo è arrivato a soli 21 anni con l'oro nella 10 km agli Europei di Spalato. Sempre in questa specialità si è ripetuta in un'altra rassegna continentale a Budapest nel 1988, 1 anno dopo l'iride di Atene. L'allungamento della prova a 20 km non le ha permesso di vincere ancora, ma è comunque riuscita a firmare il più che onorevole tempo di 1h28'38''.
E' stata sconfitta da un avversario scorretto, ancor più fiscale di un giudice che indica la terza proposta di squalifica, fermando un marciatore lanciato verso l'ingresso allo stadio e il trionfo. Annarita Sidoti è morta a 44 anni a causa di un tumore al cervello, che l'aveva colpita nel 2009 ed ha combattuto fino all'ultimo con grande dignità. Ci piace pensare che ora continuerà a marciare nello stadio del Paradiso assieme a Pino Dordoni. Ciao Annarita Sidoti e grazie per i successi che ci hai regalato.