Oscar Pistorius siede, visibilmente teso, in attesa del verdetto. Mesi di indagini, carte, difese. Mesi di lacrime e ripensamenti, mesi di incertezza. Ora il verdetto, a sorpresa. Per il giudice, Thokozile Masipa, non si tratta di omicidio premeditato e volontario. L'accusa più grave decade, non provata in maniera abbastanza forte dall'accusa. Sfuma anche la condanna più significativa. In caso di accertamento di omicidio, prima preparato e poi messo in atto, Pistorius avrebbe rischiato addirittura 25 anni di carcere.
Resta viva e probabile invece l'ipotesi di omicidio colposo. Oscar Pistorius avrebbe agito con violenza eccessiva, ritenendosi in pericolo di vita. Ecco alcune delle parole pronunciate dal giudice durante la sentenza "Ne deriva che l’accusato credeva di essere in pericolo, e che non può dunque essere riconosciuto colpevole di omicidio.. non si può provare oltre ogni dubbio che l’omicidio fosse premeditato”.
Difficile stabilire la pena, in caso appunto di omicidio colposo. Di certo inferiore alle attese, viste le premesse della vigilia. Si è scelto quindi di credere a un Pistorius ignaro della presenza di Reeva dietro la porta incriminata del bagno. Si è scelto di credere a un campione ormai pallido, spento. Tanti i dubbi, domani, alle 9.30, un'altra puntata di una storia triste.