E' andata come molti temevano ma nessuno sperava. La Roma di Eusebio Di Francesco abbandona la Champions League nel primo turno a eliminazione diretta. I giallorossi cedono le armi al Porto e non ripetono il miracolo dello scorso anno, quando cioè si sfiorò la finale. Una gara tutto sommato negativa, quella della Roma, con Di Francesco che fa subito capire le intenzioni difensive della rosa. I giallorossi sono scesi in campo ieri con un inedito 3-4-2-1 e con il tandem Zaniolo-Perotti a sostegno di Dzeko. I lusitani invece non si sono smentiti e hanno schierato un 4-4-2 fortemente a trazione anteriore. Gli esterni Otavio e Corona hanno spesso sostenuto Marega e Soares in fase offensiva.

Lo spartito della sfida è subito chiaro. Il Porto cerca di fare la gara, la Roma si limita a controllare. Il pressing lusitano non è asfissiante e gli ospiti si rendono spesso pericolosi con un Perotti meno pungente rispetto al passato ma comunque fastidioso. Già dai primi minuti si nota però la debolezza della retroguardia capitolina, con Manolas e Juan Jesus non sempre perfetti in fase di copertura. Proprio il greco perde un pallone sanguinolento a spiana la strada al Porto per il primo goal dell'incontro. Veloci in verticale, i ragazzi di Conceiçao bucano dalla sinistra dove Marega, tutto solo, mette in mezzo per Soares. Il bomber di casa non si lascia scappare la ghiotta occasione e fa 1-0.

La Roma non subisce la botta, c'è da dirlo. Anzi, i giallorossi riescono comunque a mantenere la calma e a pareggiare al 37'. Un'incursione di De Rossi crea lo spazio giusto per Perotti. L'argentino si incunea in area e spinge Militao al fallo. Dal dischetto, proprio il mediano numero sedici fa 1-1. Sembra il giusto fine di un ottavo complicato ma meritato dalla Roma, visto quanto messo in campo all'andata. Non è stato così. Nella ripresa, il Porto ha preso sempre più piede e la Roma si è ritrovata schiacciata. Non è stato un assedio ma i giallorossi non hanno più preoccupato seriamente Casillas. Per contro, i lusitani hanno sfruttato le incertezze giallorosse. Il 2-1 nasce così, da un pallone perso da Karsdorp. La difesa ospite è immobile sul cross di Corona per Marega che, davanti a Olsen, non sbaglia. 

Il prosieguo di gara segue questi binari, con la Roma che rischia davvero troppo dietro. Nei supplementari avviene poi lo psicodramma. Al 117' e con i rigori ormai imminenti, Alessandro Florenzi tira la maglia a Fernando che cade in area. Cakir assegna il rigore e Telles non fallisce dagli undici metri. Il finale di secondo tempo supplementare registra un assedio della Roma e un presunto rigore non dato per fallo su Shick in area. La Roma esce fuori agli ottavi e segna di fatto la fine dell'avventura di Di Francesco sulla panchina giallorossa. Ci sarebbe tanto da dire, di questa rosa. Contro il Porto si doveva e si poteva vincere. Al di là della difesa, la Roma ha pagato molto anche in attacco, come confermano le due nette occasioni fallite da Dzeko prima del 3-1. Un brutto stop che di fatto conferma la negativa stagione di una rosa ancora una volta manchevole di quel plus in più per emergere.