Eusebio Di Francesco si gioca tutto contro il Porto. Il tecnico della Roma, ancor di più sulla graticola dopo il KO nel derby, dovrà passare il turno di Champions League per evitare l'esonero. I giallorossi hanno vinto 2-1 nel turno di andata, un risultato che sta stretto alla Roma visto quanto espresso sul terreno dell'Olimpico. In Portogallo si partirà però con i favori del pronostico anche se il Porto è una rosa da non sottovalutare. I lusitani sono reduci dalla fatale sconfitta contro il Benfica e hanno perso la vetta della classifica. Vorranno sicuramente rifarsi in Champions League sfruttando il pubblico di casa, sempre caloroso e pronto a sostenere i propri beniamini.

La Roma ha però molti giocatori esperti che, come sottolineato anche Da Rossi dopo la sconfitta contro la Lazio, sanno cosa significa giocare in Champions League. Perdere sarebbe fatale e Di Francesco cercherà di evitare che ciò accada. Il tecnico ex Sassuolo è pronto ad affidarsi alla coppia Dzeko-Zaniolo, che tanto bene hanno fatto all'andata. Il bosniaco è un vero e proprio "bello di notte", volendo utilizzare il soprannome con cui veniva etichettato Boniek ai tempi della sua militanza in bianconero. Dzeko dovrà segnare goal pesanti che non sono mai mancati in Europa, aiutato dal baby-prodigio Zaniolo. La doppietta del classe '99 hanno spinto la Roma all'andata, ora c'è bisogno di un'altra prova super per battere il Porto anche a casa loro.

Le ultime di formazione vogliono una Roma schierata con il 4-2-3-1. Davanti a Olsen, la difesa a quattro dovrebbe essere formata da Florenzi, Fazio, Manolas e Kolarov. I titolarissimi a disposizione di Di Francesco. In mediana spazio a De Rossi e N'Zonzi, incaricati di sostenere la folta trequarti composta da Zaniolo, Pellegrini e Perotti. In avanti, come detto, ci sarà Dzeko. Chi partirà ancora dalla panchina è Javier Pastore. L'argentino non ha gradito la panchina nel Derby e sembra sempre più insofferente. Mai l'ex PSG si sarebbe aspettato di fare panchina e ora ha voglia di dire la sua. Che possa essere lui, l'arma in più a disposizione di Di Francesco?