Genova. Il diario di un tifoso. Premetto che appartengo a quella schiera di tifosi che non è riuscita ad assistere al derby sugli spalti. Oltre ad aver seguito la partita in un locale genovese, ho avuto modo di ottenere qualche informazione da Valerio Firenze, mio amico e admin della pagina social che gestiamo insieme ad altri tre membri. Valerio era altresì presente allo stadio, pronto ad aggiornarmi su tutto ciò che non si sarebbe potuto apprezzare dallo schermo freddo e distante di una tv.
Come previsto, la Gradinata Nord ha messo in mostra una coreografia ricca di storia e dedicata ai personaggi principali della storia rossoblu: Spensley (fondatore del Genoa), De Prà (portiere tra il 1921 ed il 1933), Barbieri (difensore tra il 1919 ed il 1932), Signorini (storico capitano rossoblù) e Scoglio (allenatore del Genoa per quattro stagioni). La Gradinata Sud - settore dedicato ai tifosi della Sampdoria - risponde con una coreografia composta da bandiere blucerchiate. Nota positiva: nessun particolare scontro tra i tifosi né prima né dopo l'incontro.
Passiamo quindi all'analisi del tanto atteso 117esimo Derby della Lanterna. Nessuna particolare sopresa per quanto riguarda le formazioni di partenza e conferma tra i pali dei due giovanissimi portieri Ionut Andrei Radu ed Emil Audero, entrambi ventunenni e rispettivamente a difesa dei pali rossoblu e blucerchiati. Pronti, via e dopo soli 8 minuti un cross preciso dalla destra di Gaston Ramirez consente alla Sampdoria di andare in vantaggio con un colpo di testa di Fabio Quagliarella. 1-0 e Sampdoria che parte nel miglior modo possibile con il Genoa che sembra accusare il colpo. Nove minuti più tardi sarà il centravanti Krzysztof Piatek a procurarsi e a firmare l'1-1 su rigore, sfruttando un errore di posizione di Andersen e subendo un fallo in area di un Audero in uscita disperata.
Cala quindi il gelo tra i tifosi ospiti presenti allo stadio e il Genoa sembra prendere coraggio, rendendosi più volte pericoloso in fase offensiva: solo l'ottimo Audero impedirà alla formazione rossoblu di segnare il gol del vantaggio. Tra le pregevoli parate possiamo ricordare la deviazione sul tiro insidioso dalla distanza di Romulo, la parata ancora sull'ottimo Piatek in area piccola ed il salvataggio miracoloso su un colpo di testa ravvicinato di Christian Kouamé. In sintesi - da quanto visto - il Genoa è sembrato imporsi per circa ottanta minuti, concedendo di fatto alla Sampdoria pochissime altre occasioni, nonostante il possesso palla sfavorevole.
Pareggio che forse al Genoa potrebbe andare stretto, pareggio che conferma il digiuno di vittorie rossoblù in un derby (ultima vittoria rossoblu l'8 maggio 2016 con gol di Pavoletti e doppietta di Suso). A mio modesto parere una partita che in altre occasioni avremmo potuto perdere, dopo aver assistito a derby con autogol clamorosi ed occasioni concesse in modo fortuito.
1-1 finale tra Genoa e Sampdoria dal sapore agrodolce, sapore che l'olio piccante sulla mia pizza mi aveva già fatto apprezzare. Doveva essere la partita decisiva per Juric, l'allenatore croato ha sicuramente risposto con una prestazione convincente ed una voglia di vincere tutte racchiuse in uno sfogo che ha portato alla sua espulsione nel finale. Ora non resta che aspettare conferme, a partire dalla trasferta contro il Torino.