Non è bastato al Genoa il nono sigillo stagionale in campionato di Krzysztof Piatek per battere il Parma e volare nei quartieri altissimi della classifica di Serie A. E dire che la sfida ad ora di pranzo ieri era iniziata nel migliore dei modi per il Grifone, sceso in campo sul manto verde di Marassi deciso a fare risultato, con il giusto atteggiamento, squadra corta, e alta di baricentro, aggressiva e veloce ad attaccare l’area di rigore con molti uomini. E non a caso il gol del bomber polacco è sopraggiunto nei minuti iniziali della contesa.
L'aver sbloccato presto il risultato si è rivelato però un 'boomerang' per gli uomini di Ballardini che cullandosi sugli allori del vantaggio, hanno smesso di giocare, abbassandosi troppo e quindi hanno offerto il fianco al Parma mutilato da due assenze pesantissime: Gervinho ed Inglese. Le riserve crociate hanno segnato tre gol in rapida successione con facilità irrisoria, approfittando di un quarto d'ora di totale black-out dei padroni di casa, che hanno risentito e troppo del secondo gol mancato da Piatek, un colpo di testa respinto sulla linea di porta dal portiere ospite Sepe.
Il Genoa ha comunque avuto a disposizione tutto il tempo necessario per provare a rimontare, ma sono mancate le idee. Nel secondo tempo, infatti, c'è stata parecchia confusione, i liguri hanno provato a chiudere nella propria metà campo gli avversari ma di occasioni nitide non ce ne sono state, perchè specie negli ultimi 20 metri mai nessun giocatore con la casacca rossoblù è stato in grado di accendere la luce e dare brio, frizzantezza alla manovra. Davide Ballardini le ha provate tutte, cambiando continuamente modulo, abbassando ed alzando gli esterni, ma di movimento senza palla manco l'ombra e la staticità degli avanti genoani non ha fatto altro che favorire il compito dei difensori centrali del Parma, Gagliolo e soprattutto Bruno Alves che dall'alto della sua infinita esperienza, si è disimpegnato in modo impeccabile, azzerando di volta in volta i vari Medeiros, Kouamè e Piatek.
Troppi lanci lunghi, troppi palloni buttati in avanti in maniera scriteriata, mentre il cronometro camminava inesorabile e le forze fisiche venivano meno. Si è materializzata una sconfitta che poteva essere evitata con un minimo di attenzione in più, una sconfitta che fa male sia per come è arrivata, ovvero nella sua forma, sia perchè va a confermare un dato che ora fa preoccupare il presidente Preziosi ed i tifosi: la squadra soffre di insipegabili 'pause' nelle quali smette completamente di giocare e quando sembra avere la partita in pugno, si arresta e sciupa tutto. A Sassuolo è scattato il campanello d'allarme, ora bisogna intervenire nella testa dei giocatori affinchè questo non accada più.