È stata un'Atalanta spaziale, ma solo a metà. I nerazzurri non sono riusciti a difendere il doppio vantaggio accumulato nel primo tempo nella sfida contro la Roma valida per la seconda giornata di Serie A, racimolando solo un punto. 3-3 all'Olimpico, un risultato che comunque va bene ai bergamaschi, che avevano optato per un turnover piuttosto massiccio in questa sfida, con un occhio alla sfida di ritorno valida per i play-off di Europa League di giovedì prossimo.
Dopo la gara, ai microfoni di Sky Sport, ha voluto dire la sua il tecnico orobico Gian Piero Gasperini. Il mister ha iniziato da un commento generale sul match: "Questa sera i giocatori hanno fatto una grande partita. Alla fine è un pareggio che ci lascia un po’ di amaro perché c’era la concreta possibilità di vincere la partita, ci siamo andati molto vicini. Siamo stati molto bravi in tutte le situazioni, un po’ quando loro hanno cambiato ci è mancato un po’ di rodaggio dietro, le cose si sono aggiustate quando è entrato Toloi. Abbiamo avuto un po’ di buchi centralmente, il gol di Florenzi gli ha ridato speranze, poi mettono dentro grandi giocatori ed hanno un grande giocatore. Se avessi potuto fare un cambio in attacco, avevamo le possibilità di vincere la partita".
Nel primo tempo, fra le altre cose, ha sorpreso la brillantezza del tridente d'attacco ospite: "Davanti Zapata, Rigoni e Pasalic hanno messo in grande difficoltà la Roma per velocità, tecnica e fisicità. Duvàn ha fatto la sua miglior partita e sta entrando in condizione. Rigoni ha velocità, vedremo se avrà anche duttilità per occupare altri ruoli, sicuramente è un giocatore di valore. Abbiamo comunque fatto bene".
Ancora, sulla fase offensiva: "E’ stato casuale, in tutte le partite che abbiamo giocato fino ad adesso abbiamo segnato tanto; col Copenaghen invece abbiamo tirato venti volte e non abbiamo segnato. Per noi è fondamentale andare in Europa, per la nostra gente che ci segue ovunque, per me è il traguardo più importante per dare soddisfazione ai nostri tifosi che ci tengono".
Il mister si concede una spiegazione nei confronti dei cambi così anticipati rispetto al solito: "Erano necessità, Marten - De Roon, ndr - in mezzo al campo ha una grande fisicità. Non era facile, N’Zonzi ci stava mettendo in difficoltà. Pessina e Valzania hanno fatto un’ottima gara, ma avevamo dei ragazzi che erano alla prima partita, non facevano nemmeno un amichevole da un po’ e sono andati in difficoltà. Alcuni hanno fatto la preparazione, quindi sono due mesi che ci alleniamo insieme, hanno fatto amichevoli e via dicendo; altri sono arrivati da poco e già fanno bene, quindi vuol dire che questo calcio che propongo non è così complesso. Quando cali, con la Roma che ha giocatori di quel livello, diventa difficile. Avevo bisogno di aggiustare centrocampo e difesa, poi sono stati bravi loro. Avevamo degli spazi, una volta riassestati eravamo di nuovo pericolosi".
Viene da chiedersi, guardando quest'Atalanta così brillante, come mai Gasp sia emerso così tardi fra i top club italiani: "L’idea di calcio è sempre quella, cambiamo noi giocando tanti campionati, cambiano gli avversari. Guardando le partite di cinque anni fa ci sono squadre diverse, partite diverse, un modo di stare in campo diverso. Fai anche accorgimenti e cambiamenti, non sei sempre lo stesso. Ho avuto la fortuna di allenare grandi giocatori, come Milito, Thiago Motta, Palacio, Papu Gomez. E’ vero che non ho allenato un grande club, l’unica esperienza che ho avuto era un club che era in difficoltà in quel periodo. Poi l’Inter è una società importantissima e tornerà dove merita, ma in quel momento non valeva le squadre che ho allenato".