Vittoria importante, importantissima, per la Roma, che trionfa per 1-0 alla Sardegna Arena inguaiando il finale di stagione del Cagliari, ora virtualmente retrocesso al terzultimo posto. A decidere, ancora una volta, il sigillo di Cengiz Under al quindicesimo del primo tempo. Padroni di casa tutt’altro che negativi per atteggiamento ed occasioni create, ma alla fine della fiera i tre punti volano nella capitale: con la Lazio a -2 e l’Inter a -4, tenendo in conto lo scontro diretto tra le due del finale di stagione, solo un suicidio priverebbe i ragazzi di Di Francesco del più importante palcoscenico europeo.
In una partita cruciale per le sorti del finale di stagione Diego Lopez sceglie un 4-3-1-2 in cui Cragno è l’estremo difensore, Faragò e Lykogiannis i terzini, mentre Ceppitelli ed Andreolli agiscono centralmente. Barella è il metronomo del centrocampo, con Padoin e Deiola da mezz’ali, mentre Ionita è il sostegno sulla trequarti a Pavoletti e Farias. Dall’altra parte, nel riscaldamento si ferma Kostas Manolas: al centro della difesa con Fazio c’è il classe 1996 Capradossi. Peres a destra, Kolarov a sinistra, l’emergenza a centrocampo costringe Di Francesco ad un 4-2-3-1 con Gonalons e De Rossi a fare da diga, mentre Under, Nainggolan e Gerson supportano l’unica punta Edin Dzeko.
Da subito i sardi ci tengono a far capire di non essere vittima sacrificale: c’è spazio a sinistra, ci provano sia Deiola che Farias, ma entrambe le volte la conclusione non è abbastanza precisa. Precisissima, quasi telecomandata, invece, la palla di Cengiz Under che, al quarto d’ora, viene innescato a destra da Dzeko. In area, al turco non serve nemmeno saltare l’avversario diretto: il colpo di mancino è degno dei mondiali di Snooker, scivola sul prato verde e, dopo un bacino al palo, termina in rete.
I rossoblù sembrano incassare abbastanza il colpo, abbassando il baricentro, ma dopo la mezz’ora il Cagliari prende coraggio, sale e prova a mettere a ferro e fuoco la difesa romanista, soprattutto sulle fasce. I giallorossi reagiscono abbastanza bene, tengono lontano il pericolo, e quando permettono l’imbucata c’è super-Alisson (clamoroso il riflesso per evitare l’autogol di Capradossi) ad ergersi come salvatore. Un brivido per il portiere brasiliano arriva però da Deiola: ottimo lo slalom che porta al mancino dai 25 metri. Fucilata, la palla sibila accanto al palo raccogliendo gli applausi della Sardegna Arena. Nonostante gli sforzi dei padroni di casa, però, all’intervallo si va sullo 0-1 al termine di un primo tempo molto frizzante.
La seconda frazione mantiene la falsariga, molto attiva, del suo predecessore: la prima occasione limpida, anzi limpidissima, è sul piede di Diego Farias, imbucato tra i due centrali di difesa da un lancio lungo che gli permette di volare da solo davanti ad Alisson. Clamorosamente, però, il brasiliano pasticcia col controllo, la tocca di stinco e sostanzialmente non riesce nemmeno a calciare verso la porta. Il pubblico sardo, ovviamente, non la prende benissimo. Si gioca tanto a centrocampo, entrambe le squadre vanno in apnea sul pressing avversario e cercano vie di fuga laterali o lanciando lungo, e la Roma deve sfruttare i piazzati per andare vicina al raddoppio: Under dalla bandierina trova Fazio sul primo palo, ma il colpo di testa finisce alto sopra la traversa.
I crampi costringono alla resa sia Bruno Peres che Capradossi, e Di Francesco sceglie prima Florenzi e poi Silva per rimpiazzarli. La Roma, però, dietro balla tanto e proprio Florenzi, a venti dal termine, si fa scippare dal solito Farias. Stavolta tra lui e la rete nessun tocco sfortunato, ma solo l’intervento, clamoroso per tempismo e coraggio, di Kolarov che da dietro entra in scivolata, tocca la palla con la punta evitando il fallo (silent check positivo dal VAR) e regala solo corner.
Dopo aver ripreso fiato, è ancora il Cagliari a divorarsi l’occasione per un clamoroso pareggio: stavolta Kolarov sbaglia non controllando la palla alta spiovente, lasciando palla al neo-entrato Marco Sau. Arrivando in area dalla destra, il folletto sardo prova a scavalcare il portiere con il tocco sotto, ma Alisson vince ancora una volta l’1vs1 respingendo la sfera. I minuti scorrono e le speranze si assottigliano, Lopez butta dentro anche Han per Padoin, ma la Roma riesce a tenere per diversi minuti la palla lontana dalla propria area, giocando col possesso e col cronometro.
I sei minuti assegnati di recupero scuotono i padroni di casa che si lanciano con tutti gli effettivi contro il muro eretto davanti ad Alisson. Le chiusure degli ospiti sono però brillanti, sempre in anticipo, e nonostante le polemiche per un contatto tra Gerson e Deiola, al triplice fischio gioisce la Roma, che vince di misura e mette un piede nella prossima Champions League.