La Roma si ferma a Bologna e raddrizza una partita diventata complicata grazie alla rete del solito Edin Dzeko, questa volta entrato dalla panchina a gara in corso. Dal primo minuto infatti era partito Schick al centro dell'attacco giallorosso, all'interno di una squadra che però non aveva per nulla convinto fino a quel momento, a prescindere da quello che fosse il risultato della gara contro la squadra di Donadoni.

In molti forse si sono chiesti che cosa potesse esserci dietro una prestazione lenta e anonima da parte della Roma. Ci ha pensato, però, proprio Edin Dzeko nel post partita a svelare la probabile causa, o una delle principali: "Errori nella preparazione mentale? Forse si, difficile dirlo adesso. Se avessimo vinto nessuno avrebbe detto nulla. Sicuramente abbiamo pensato un po' al Barça, ma avevamo la chance per fare anche il secondo gol. Nel primo tempo siamo stati un po' troppo lenti e ci siamo mossi poco. A Barcellona servirà ben altra Roma? Per forza, altrimenti sarà ancora più difficile..." Insomma, la Roma era distratta dal pensiero di affrontare Messi e Suarez e ha considerato Palacio e Verdi, con tutto il rispetto, una semplice e banale formalità. Peccato che la coppia d'attacco del Bologna e anche Pulgar avessero delle idee diverse in proposito.

Certo, la Roma ha pareggiato la sfida grazie a una maggiore qualità complessiva e ai cambi che Di Francesco ha potuto fare nel corso della gara. Uno su tutti Edin Dzeko, miglior marcatore della scorsa stagione della Roma e uomo mercato nell'ultima sessione di gennaio. Rimasto all'Olimpico, però, per vivere e giocare in serate e partite come quella che ora sì può cominciare a essere preparata e vissuta con la massima intensità. Ci si gioca un quarto di finale di Champions League, contro una squadra che solo a leggere i nomi fa venire il mal di testa nel tentativo di trovare una strategia univoca per cercare di essere fermata. Di Francesco dovrà cercare di recuperare una Roma con altre idee, altra qualità nelle giocate e altra rapidità nell'esecuzione delle due fasi di gioco. Sulla carta una gara come quella contro il Barcellona si dice che si prepara da sola, ma attenzione perchè un'eccessiva carica mentale potrebbe essere controproducente. A Di Francesco il compito di essere un perfetto equilibratore.