Bastava un goal – senza subirne – per raggiungere un risultato storico ed è proprio ciò che è avvenuto. La Roma batte 1-0 lo Shakhtar Donetsk all’Olimpico e vola ai quarti di finale di Champions League: a decidere l’incontro, la zampata da rapace di Edin Dzeko che sfrutta un errore di allineamento della retroguardia ucraina ed infila il pallone tra le gambe di Pyatov.
La gara comincia subito bene per i giallorossi, soprattutto dal punto di vista dell’approccio ad una partita da dentro o fuori, con il tiro – centrale – del centravanti bosniaco. Poi però i padroni di casa abbassano i ritmi e soffrono la velocità e la tecnica degli attaccanti brasiliani di Fonseca, che prendono in mano il pallino del gioco con tanto possesso palla, cercando di infilare la difesa avversaria con accelerazioni improvvise, anche se Alisson non deve praticamente mai intervenire. Il canovaccio della sfida sembra essere lo stesso anche nella ripresa, ma al 52’ il lancio di Strootman trova impreparata la linea difensiva dello Shakhtar – pessimo il posizionamento di Butko nella fattispecie – e mette Dzeko a tu per tu con Pyatov: l’uscita del portiere è rivedibile e l’ex attaccante del Manchester City lo beffa per l’1-0 che non cambierà più. La reazione degli ucraini è sterile, mentre la Roma decide di non forzare le giocate e di controllare, anche e soprattutto dopo l’espulsione di Ordets; prima del triplice fischio c’è tempo per qualche brivido per i tifosi giallorossi – con Ismaily sulla sinistra a creare scompiglio – ma al 94’ la festa può cominciare.
Grande soddisfazione per tutti gli uomini in campo, a cominciare dal match winner Dzeko, il quale, dopo essere stato a meno di un passo dal Chelsea nello scorso gennaio, si prende il titolo di uomo squadra sfornando una prestazione da vero giocatore totale; molto bene anche la difesa, con Manolas e Fazio sempre attenti o quasi e con Alisson a fare poco più che da spettatore – nonostante la percentuale di possesso palla superi il 60% a fine match, i tiri nello specchio dello Shakhtar sono 0.
In questo scenario però chi ha il diritto di prendersi un’ampia fetta di meriti è senza dubbio Eusebio Di Francesco: accolto nella Capitale con un po’ di scetticismo e con un curriculum decisamente non stellare ha imposto la sua idea di gioco fin dall’inizio, ha lavorato duramente ed ora raccoglie i frutti, avendoci messo sempre la faccia, anche quando le cose andavano male. Nella storia della Roma, soltanto altri due allenatori erano riusciti a raggiungere i quarti di finale di Champions League, ossia Nils Liedholm nella stagione 83-84 – quella squadra arrivò fino alla finale, persa all’Olimpico contro il Liverpool ai rigori – e Luciano Spalletti in quella 2007-08 – eliminando il Real Madrid agli ottavi ed uscendo contro il Manchester United. Una bella soddisfazione per il tecnico pescarese, che ora guarda ai sorteggi di venerdì senza timore, con la tranquillità di essere già andato ben oltre le aspettative, ed al campionato, con una iniezione di fiducia in vista del rush finale per l’accesso alla Champions League 2018-19.