Vent'anni, sei gol nelle ultime sei partite e la metamorfosi da oggetto misterioso a intoccabile. Cengiz Under ha preso per mano la Roma nel momento di maggior difficoltà quando, solitamente, i suoi coetanei si spengono e si perdono nei meandri delle avversità che vive la propria squadra, dimostrando di avere le doti da trascinatore intraviste da Monchi.
La scalata del giovane turco, classe '97, è stata devastante. Nella prima metà dell'anno Under ha giocato poco con sole quattro presenze dal primo minuto, contando anche la Coppa Italia contro il Torino, poi la svolta a Febbraio: otto partite consecutive con la maglia da titolare sulle spalle, sei gol ed un assist. Tutto parte dalla doppia sfida alla Sampdoria, ma la svolta arriva in quella che è la fatal Verona per il Milan anni '90. Lì, Under, trova il primo gol della propria stagione e lo fa mostrando il suo punto di forza, il mancino ed il tiro dalla distanza, un menù che poi riproporrà nelle successive sei partite. Il gol che ha lanciato la rimonta contro il Napoli è l'ultimo della lista, ma fa capire ancor di più come il giocatore turco non soffra la pressione di un ambiente avverso e caldo come era il catino del San Paolo. La rete messa a segno in Champions League è poi quella che tiene in vita la Roma nella competizione europea, altro segno del forte carattere del ragazzo.
E' proprio nel carisma, forse, che sta il vero segreto di Under. Il ragazzo dell'Anatolia era arrivato a Roma con le stimmate del predestinato, uno che andava ben oltre l'essere solo un talento. Un'etichetta del genere certamente pesa sulle spalle di un calciatore, ancor di più se così giovane, e lo ha fatto per la prima parte della stagione, risultata difficoltosa anche per via dell'adattamento al nostro campionato, non certo semplice per chi è abituato alla Super Lig turca. Ora, però, l'ex Basaksehir si è preso il palcoscenico relegando in panchina sempre uno tra Stephan El Shaarawy e Diego Perotti e sarà così anche per le prossime gare, dove Under appare sempre l'unico intoccabile.