"Scudetto? Siamo in 5 a contendercelo. Abbiamo la grande possibilità di portare a casa questo titolo che manca da tanto alla Roma. Voglio vincere e portare gioia ai nostri tifosi". Ci crede ancora Alisson Becker, portiere della Roma che, ai microfoni del portale Folha ha parlato sì della sua crescita in questa stagione ma anche se non soprattutto delle possibilità della sua squadra di lottare ancora per il titolo in Serie A e delle chance dei capitolini in Champions League.
"Nessuno si aspettava potessimo qualificarci in un girone con Chelsea e Atletico Madrid. Sapevamo sarebbe stato difficile, ma abbiamo creduto nel nostro potenziali. Adesso affronteremo ogni partita come fosse l'ultima, come fosse una finale. Proveremo a fare l'impossibile per vincere".
Alisson non si accontenta e rilancia, dunque, nonostante un periodo di forma della sua squadra tutt'altro che positivo. Ciò nonostante il portiere si dice soddisfatto della crescita, sua e del gruppo: "La Roma ha cambiato modo di giocare. La scorsa stagione avevano una squadra più offensiva e meno organizzata in difesa. Concedevamo molte più occasioni agli avversari. Adesso siamo più concentrati dietro. Riguardo a me, il fatto di giocare con più continuità mi aiuta. Critiche? Non la penso così. Sono più i giudizi positivi che quelli negativi. Il problema è stato il non giocare con continuità nella Roma. Questo ha dato inizio alle critiche della stampa nei miei confronti".
Alisson che, oltre a rendersi protagonista di svariati interventi tra i pali, si è distinto in questa stagione per la sua propensione a giocare con i piedi, iniziando spesso l'azione con precisi lanci lunghi o passaggi millimetrici ravvicinati: "Ho sempre avuto questa caratteristica. Nelle giovanili lo affinai con André Jardim, che prese spunto dal Barcellona di Guardiola e su come il portiere usasse molto giocare con i piedi. Mi è sempre piaciuto essere partecipe al gioco, il portiere così mantiene più alta la concentrazione".
Ed infine, dalla Roma al Brasile. La Nazionale Verdeoro si giocherà in Russia il Mondiale, con Alisson pronto a trascinare i suoi da titolare, con l'aiuto di una vecchia gloria brasiliana: "Ho la fortuna di avere nel Brasile un grande insegnante come Taffarel. Nel dettaglio provo a studiare il potenziale tiratore ma ci sono diversi fattori che contano: il momento della partita, l'istinto e la fiducia".