Per andare a vincere all'Olimpico, con merito e comando sul match, ci vogliono dei valori importanti, indipendentemente dall'avversario. Ed appunto dopo quanto avvenuto ieri, con l'Atalanta che è riuscita a battere per 1-2 la Roma, possiamo dirlo con assoluta certezza: la Dea è una delle migliori squadre della Serie A, sicuramente sotto l'aspetto dell'organizzazione, ma anche riferendoci strettamente ai singoli, che sembrano tutti aver pienamente assorbito i dettami del maestro Gian Piero Gasperini. Un tecnico saggio, che ancora una volta ieri ha mostrato le sue abilità tramite una prestazione tatticamente formidabile dei nerazzurri per ciò che riguarda la strategia, l'atteggiamento e tutto ciò che un allenatore deve curare con grande attenzione.
"È stata una doppia partita". L'ha detto anche il mister 57enne, dopo la gara, ai microfoni Sky: c'è da dirlo, i bergamaschi avevano preparato in maniera molto diversa il piano-gara per sbancare l'Olimpico, rispetto a quella che poi è stata effettivamente la realtà. L'idea era di attuare per 90' quell'intensità di gioco che ha caratterizzato l'avvio di gara di ieri, quando la compagine ospite è andata a compromettere, con un pressing ultra-offensivo, quella che già di per sé nell'ultimo periodo era stata la fase di gioco più delicata per i giallorossi, vale a dire quella di costruzione. Il triangolo formato da Manolas, Fazio e Gonalons non è mai riuscito, nella prima frazione, ad uscire in maniera pulita dall'asfissiante pressing avversario, coordinato dai movimenti dei tre attaccanti: complice un atteggiamento un po' compassato degli avversari, il risultato si è subito sbilanciato in favore dei lombardi, poi molto abili a gestire i palloni recuperati in delle transizioni molto brillanti, come quella che ha portato al gol di Cornelius.
Quello immediatamente successivo al raddoppio degli oppositori è stato probabilmente il momento più difficile per i padroni di casa, che sembravano - e probabilmente erano - sterili in avanti e fragili in difesa. In loro aiuto è giunto un episodio piuttosto favorevole, quello del dubbio cartellino rosso rifilato a De Roon, proprio l'autore del parziale 2-0: è iniziata proprio in quell'istante, nel corso del 45esimo minuto, la seconda partita dei nerazzurri. In inferiorità numerica, la squadra ha subito capito il momento ed ha iniziato a gestire le energie nel pressing, preferendo molte volte un atteggiamento più conservativo, ma molto meno rischioso. Anche in questo caso sono state sfruttate le difficoltà nel creare occasioni da gol della truppa di Di Francesco, ma in una maniera molto diversa: forte del doppio vantaggio, la Dea è riuscita tranquillamente ad attuare questo piano B - sfruttando probabilmente anche l'intervallo per riorganizzarsi al meglio -, schierandosi su due linee molto strette e concedendo pochissimi spazi; senza rinunciare, qualche volta, a provare a far male nelle ripartenze (in questo senso, però, con un calo di lucidità nella qualità di gioco e di scelte abbastanza netto).
Con una bella giocata di Dzeko, la Roma è comunque riuscita ad accorciare le distanze, ma ai punti si può dire che in ogni caso i bergamaschi hanno meritato il successo, essendo riusciti ad imporre le proprie strategie praticamente lungo tutto il corso del match. Anche quando in sofferenza, la sensazione data dalla compagine in trasferta è sembrata sempre quella di essere in controllo: si tratta del secondo grande successo consecutivo lontano dall'Atleti Azzurri d'Italia, dopo il trionfo al San Paolo in Coppa Italia. Dopo essersi guadagnato l'accesso alle semifinali in settimana, adesso la Dea ha riacciuffato il settimo posto in classifica, con questi pesantissimi tre punti. Arriva dunque al meglio, alla sosta, l'Atalanta: il prossimo impegno sarà ancora contro il Napoli, stavolta in casa. Con più consapevolezza che mai.