L'Atalanta sta affrontando questa stagione calcistica, la prima dopo tanti anni con l'impegno continentale, con due passi diversi e ben distinti: quello lungo e slanciato messo in mostra in Europa e quello incerto e claudicante che ne sta caratterizzando il campionato italiano.
Il percorso della Dea ricalca quello fatto fin qui dalle cosiddette squadre di metà classifica che nei recenti anni si sono spartite la qualificazione in Europa, come la Sampdoria, il Sassuolo, l'Udinese e il Torino. Tutte queste squadre, dopo aver centrato la qualificazione in Europa League, hanno sofferto in campionato arrivando poco sopra la retrocessione o addirittura retrocedendo, come fecero i blucerchiati dopo lo storico quarto posto ed il preliminare di Champions League fallito. L'Atalanta, c'è da dirlo, sta facendo molto meglio delle sopracitate squadre nelle campagna europea, essendo ad un passo dalla qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, ma in campionato sta riscontrando le stesse difficoltà avute dalle altre. Il tecnico della Dea, Gian Piero Gasperini, ha probabilmente colto il nocciolo della questione nel post gara di Udine, quarta sconfitta in campionato e terza lontano dalle mura dell'Atleti Azzurri d'Italia: "In campionato non giochiamo con la stessa voglia di essere protagonisti dell'anno scorso, dove se andavamo in vantaggio non venivamo raggiunti e ribaltati. Sotto l'aspetto nervoso non siamo così determinati e vogliosi. Potremmo fare meglio, quando gli altri mettono qualcosa in più sembra quasi che, in certe partite, non si creda di poter essere protagonisti in campionato".
E' quindi un fatto mentale quello che attanaglia l'Atalanta? L'allenatore nerazzurro la pensa così e, probabilmente, ha ragione. La Dea gioca un calcio diverso nelle due competizioni. In Europa riesce a mettere in campo il gioco che le ha permesso di stupire l'Italia intera e centrare un quarto posto storico e che, ora come ora, la sta proiettando ai sedicesimi di Europa League primeggiando in un girone con squadre del calibro di Lione ed Everton. In ambito italico, invece, la squadra non riesce a sopperire alle partenze estive raccogliendo, in trasferta, passi falsi in successione che fanno arrabbiare più per l'atteggiamento che per il gioco mostrato. La rimonta subita dall'Udinese ha fatto scoppiare Gasperini che ha indetto un mini-ritiro a Zingonia in vista dell'Apollon e della Spal, con tanto di presenza del presidente Percassi al centro d'allenamento Bortolotti.
Insomma, l'Atalanta sta affrontando il percorso già calcato da Sassuolo, Sampdoria, Torino ed Udinese e che la società voleva evitare a tutti i costi. Infatti, l'obiettivo dei bergamaschi era quello di innalzare lo status della squadra, confermando quanto di buono fatto vedere lo scorso anno e iniziando così un ciclo europeo, inteso come presenza fissa nello scacchiere del vecchio continente. L'impresa è ardua, ma nonostante un avvio al di sotto delle aspettative è ancora possibile, soprattutto perché la qualità della rosa resta elevata, così come la capacità di chi dirige l'orchestra dalla panchina.