Sarà contento Pallotta, in quel di Boston, nel vedere che la squadra ha decisamente trovato la sua dimensione. La Roma di Di Francesco, infatti, da pausa a pausa (era il 27 agosto allora, è il 1 ottobre oggi) ha cambiato passo, prospettive, salute e umore.
Allora si paventavano crisi interne nell'ambiente, oggi si ragiona con una serenità d'altri tempi, frutto dei risultati, ma ancor prima del gioco sempre bello e piacevole. Vince la Roma, in campionato ed in Europa, vince a San Siro nel match più difficile tra gli ultimi, anche se mitigato dal momento no dei rossoneri di Montella. Vince ancora, la Roma, e lo fa sempre e solamente meritando. Dzeko ancora in gol, con l'aggiunta di un ritrovato (e commosso) Florenzi, che si riprende Roma e la gioia di un gol dopo più di 500 giorni. Era un derby, allora: sono solo gol pesanti i suoi.
In campo, dunque: primo tempo sul filo sottile di un equilibrio non acceso, con due occasioni, non ghiotte, per parte. Si gioca a centrocampo, con Pellegrini che subentra a Strootman e, fatalità, fa benissimo da subito (risulterà decisivo sul primo gol romanista). Si gioca, in sostanza. Seconda frazione, invece, molto più vibrante, da subito: la Roma è più profonda, soffre l'assenza di El Shaarawy ma trova in Dzeko l'ennesima ancora. Le sue sponde dispongono la squadra in verticale, molto propensa al gioco sulla fascia. Questa qualità è anche la debolezza più grande, ed ecco che inizia la fase di sofferenza, a tratti forte: ci vuole il miglior Alisson, e i romanisti si salvano in due circostanze.
Passata la nottata, però, la tradizione e il calcio insegnano che si può sperare. E la Roma ingrana le marce, tutte insieme: prende campo. E domina con garbo e caparbietà i venti restanti: gli ultimi venti, quelli da sud. I venti minuti di fine gara che chiudono il match. Colpo di Dzeko (che gol, che incertezza in chiusura il Milan); colpo di Florenzi che poi si lascia andare nel pianto di chi sa che la sofferenza è finalmente finita.
Lascia con altri 3 punti san Siro, la Roma, una tradizione che si rafforza, un appuntamento che continua.