"Questo è un momento speciale, sono contento delle mie parate, ma anche del lavoro della difesa e di tutta la squadra". Non può essere altrimenti, per Alisson, il nuovo portiere titolare della Roma, il cui inizio di stagione non ha deluso le aspettative. Acquistato lo scorso anno dall'Internacional di Porto Alegre, il brasiliano ha passato un anno in panchina, alle spalle di Szczesny, per prepararsi al meglio al calcio europeo: una decisione concordata prima del suo arrivo nella Capitale, con la promessa di vestire la maglia numero uno a tutti gli effetti dalla stagione che ha preso il via ad agosto.
Già titolare in nazionale, il brasiliano aveva mostrato tutte le proprie capacità non solo a livello di club suo paese nativo, ma anche con la maglia della sua Nazionale: è sempre stato lui il titolare, nonostante un anno a svolgere il ruolo di portiere di coppa nella Roma. "Adesso sono sereno perché gioco, ma lo ero anche prima perché sono sempre stato consapevole delle mie qualità", ha affermato il classe 1992 ai microfoni di TRS, emittente verdeoro, in un'intervista. Una serenità testimoniata da prestazioni convincenti, come è stata quella con l'Atletico Madrid, uno 0-0 casalingo con la sua indelebile firma: "La parata più difficile che ho fatto è stata quella su Saul contro l’Atletico", ha aggiunto.
Un approccio diverso con un nuovo tipo di calcio, con tante novità, tra le quali rientra anche il Video Assistant Referee, introdotto in Italia dalla prima giornata dal campionato in corso, ma che ben presto si diffonderà a macchia d'olio e verrà utilizzato anche al Mondiale di Russia 2018: "Credo sia importante per tutti noi, lascia all'arbitro una decisione più precisa anche quando è coperto. Quando ha un dubbio lo può utilizzare. Le squadre perdono campionati per un errore e con il Var si può, invece, aiutare una squadra a vincere per la sua qualità". La Roma, Var o non Var, a vincere ci proverà comunque, con una certezza consolidata: il suo estremo difensore.