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Roma, Alisson: "Ero pronto ad andare via"

Il portiere della Roma racconta della sua scelta di rimanere nella Capitale solo dopo aver avuto la certezza di giocare. Fondamentale il posto da titolare per ottenere la convocazione al Mondiale di Russia.

Roma, Alisson: "Ero pronto ad andare via"
Roma, Alisson: "Ero pronto ad andare via"
zagor92
Di Andrea Mauri

Si avvicina l'esordio in Champions League per la Roma e per il suo portiere, Alisson. Il brasiliano lo scorso anno ha giocato poco, solo in Europa League, per via della presenza di Szczesny, ma ora con il polacco alla Juventus, la porta giallorossa è sua e non è una cosa di poco conto. 

Infatti, il portiere della nazionale verdeoro ha confessato al portale brasiliano Folha che "se non avessi avuto la certezza di giocare, avrei chiesto di lasciare la Roma. Perché questo è l’anno principale della mia carriera". Già, questo è l'anno fondamentale per molti calciatori, l'anno in cui tutti si giocano le proprie carte per strappare un posto nelle proprie nazionali per il Mondiale di Russia. Tra loro c'è ovviamente Alisson che per ottenere la maglia numero 1 del Brasile, deve giocare e quindi in caso di permanenza di Szczesny o di arrivo di un altro estremo difensore l'addio sarebbe stato automatico: "Non volevo farlo, ma avrei dovuto pensare a me e ai miei obiettivi. Adesso so che tutto dipende da me e dalle mie prestazioni, anche perché nessuno nel Brasile, nell’anno del Mondiale, ha il posto garantito".

Il portiere ricorda poi il suo primo anno nella Roma, vissuto alle spalle dell'attuale estremo difensore della Juventus: "Giocavo poco per scelta del nostro ex allenatore, Spalletti. Sono un ragazzo tranquillo e non mi piace parlare, non mi sentivo a mio agio ad andargli a dire delle cose perché lui aveva scelto di avere due portieri di alto livello e mi faceva giocare nelle coppe. Ha usato la meritocrazia perché Szczesny aveva fatto bene il primo anno. Diciamo che ho imparato ad avere un po’ di pazienza". Infine, Alisson, fa una considerazione sulla diversità di interpretazione del ruolo tra Brasile e Italia: "Fare il portiere in Italia è diverso, in Brasile si punta sulla forza e sull’esplosività, a Roma facciamo più tecnica e lavoro di posizione. Unire le due cose è il massimo".

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Andrea Mauri
Scienze della Comunicazione, appassionato di qualsiasi sport, seguo assiduamente Calcio, Ciclismo e Motomondiale.