Fine agosto è sinonimo di fine mercato per le protagoniste in Serie A e in Europa. E dunque anche la Roma chiude la sua sessione estiva di trattative. Una sessione dominata da una nuova mentalità, figlia del nuovo DS Monchi, che ha delineato in maniera netta gli obiettivi, le strategie e le volontà giallorosse, perseguendo il proposito di rinforzare la rosa in tutti i reparti. Se sarà andato ad esito ovviamente ce lo dirà solo il campo, ma le principali trattative intavolate dal ds spagnolo sono andate in porto con soddisfazione diffusa di dirigenza e tifoseria.
Per ciò che riguarda i pali, nessun cambio, dopo l'addio di Szczesny, rientrato a Londra e poi passato alla Juve. Ad affiancare Alisson, dunque, restano Skorupski e Lobont, con la chiara idea che dalla prossima stagione la Roma dovrà mettersi alla ricerca di almeno due estremi difensori.
In difesa, il punto forse più critico: gli innesti interessanti di Karsdorp, Kolarov e Moreno non hanno pienamente risolto il gap con le altre big, che si evince sooprattutto al centro della difesa: l'addio di Rudiger, mitigato dalla permanenza di Jesus, Fazio e ancor più di Manolas, è stato un colpo non leggero, ma la cifra (35 milioni più bonus) non permetteva retromarce. Per completare il reparto, sono stati mantenuti gli esterni già in rosa, Florenzi e Peres. Sull'impatto generale del reparto pesa non aver potuto cedere Castan, esubero che non troverà spazio con Di Francesco. Buona la cessione, seppur in minusvalenza, di Rui, ormai ai ferri corti con tutti a Trigoria.
A centrocampo, le note più che positive: l'addio di Paredes, giusto vista l'offerta dello Zenit, ha permesso l'arrivo di giocatori da scoprire, per i motivi più diversi (tutti a Roma a costi sostenibili): Gonalons è un profilo interessante e sarà da testare in Italia, Pellegrini è noto ormai su tutto lo stivale e sarà una sfida integrarlo in squadra e vederlo all'opera, può dare soddisfazioni. Inoltre, la vera risorsa è stata mantenere l'ossatura della linea centrale del campo, per dare continuità a quanto visto in questi due anni: ecco che Nainggolan, Strootman e De Rossi hanno saputo dir di no alle varie tentazioni, chi di migrare in squadre di prestigio, chi di provare a chiudere la porta anticipatamente, rimanendo nel progetto e dando l'impressione di formare il miglior trio a centrocampo della Serie A. Che dovrà migliorare molto, soprattutto in copertura, ma dal sicuro spessore tattico. Anche qui, alcuni esuberi non piazzata nelle ultime ore: Gerson e Vainquer, che a gennaio dovranno trovare una casa.
Infine, l'attacco, il reparto delle perle: gli addii di Salah, Totti, Iturbe e Doumbia hanno liberato tante caselle, prontamente riempite dall'abile Monchi: prima Under, profilo assolutamente acerbo nel nostro calcio, ma molto interessante in prospettiva; poi il più esperto ma ancora giovanissimo Defrel e infine, dopo un mese speso su quel Mahrez proibito, ecco la perla di mercato, che incorona le operazioni estive di Monchi: Schick, l'uomo più atteso d'Italia, si veste di giallorosso.
Euforia delle ultime ore che fa dimenticare ai più la necessità non validata dalla Roma di un altro ottimo difensore, ma è anche un entusiasmo giustificato dalle operazioni davvero intriganti. Ancor più, però, la valutazione migliore va legata alla persona-Monchi, ad un uomo che fa della chiarezza con stampa e tifosi il suo mantra. Chiarezza che ha giovato e gioverà. Tutto sotto lo sguardo attento di un allenatore umile, ma competente come Di Francesco, che ora trova una rosa sicuramente forte, bella e competitiva, che andrà a fari spenti nel suo cammino, ma sicura del suo valore.