Diffondere il marchio Roma nel mondo, partendo da Boston. Questo l'intento della Roma di James Pallotta, che ieri, nel pomeriggio statunitense, è stata protagonista di un evento organizzato dall'International Champions Cup alla Trattoria "Il Panino" di Boston. Presenti, tra gli altri, James Pallotta, Mauro Baldissoni, Umberto Gandini, Paolo Maldini e Daniele De Rossi, che ha rilasciato una serie di battute riguardo lo stato del calcio in Italia, sul ritiro del suo eterno fratello maggiore Totti e, soprattutto, sull'imminente sfida alla Juventus.
"È una partita importante, che nella nostra città più che a Torino porta molta pressione. Probabilmente per un amichevole l'atmosfera sarà diversa ma vogliamo preparare bene la prossima stagione, contro di loro sarà partita vera. Difficoltà maggiore nell'affrontarli? Sono organizzati in ogni reparto, è davvero difficile segnare contro di loro, sono fortissimi in difesa. Sanno quello che devono fare per non prendere gol".
Inevitabile inoltre non guardare all'evento che da fine stagione scorsa ha catalizzato l'attenzione di tutti i tifosi giallorosso, ovvero l'addio di Francesco Totti al calcio, un fratello per De Rossi che ne parla così: "Ho trascorso tutta la mia carriera da calciatore sempre assieme a lui, non so come sarà il mio futuro senza di lui. È qualcosa di diverso ma dovremo andare avanti. Ci mancherà, ci sentiamo ancora continuamente, lo faccio per non lo lasciarlo solo... Sarà diverso senza di lui, ma nulla di problematico, non lo dimenticheremo mai".
Uno sguardo anche alla carriera del mediano capitolino, che sottolinea così la costanza e l'applicazione riguardo la propria tenuta fisica, che gli ha permesso di restare sempre ad altissimi livelli: “Dipende da come sei anche fuori dal campo, da come ti senti tutti i giorni e in allenamento. Il giorno in cui un giocatore più giovane di te corre più veloce di te devi renderti conto del momento. È una cosa alla quale faccio molta attenzione, non voglio essere in imbarazzo per le mie prestazioni. La mia famiglia? Sono cresciuto guardando mio padre che giocava, è stato naturale crescere in questo modo. Mi ha aiutato molto, anche nella nascita della passione per questo sport. Ho imparato il rispetto per gli allenatori e continuo ad osservare il suo modo di lavorare”.
Ed ancora, il mediano giallorosso e della nazionale prova così a guardare a 360 gradi al livello del campionato italiano, da quando ci è entrato ad oggi: "Di sicuro quando ho iniziato a giocare in Serie A il livello del campionato era alto e qui al mio fianco (indica Maldini, ndr) ne abbiamo un esempio. Ma si può trovare molta qualità anche adesso, da 3-4 anni il nostro calcio è in crescita e il livello è aumentato". Serie A ma non solo, con la Nazionale sempre in testa: "Conte nel 2016 ha portato qualcosa di più grande rispetto a quelle che erano le nostre qualità: ha costruito un gruppo forte e molto legato nei suoi elementi Ventura può fare la stessa cosa, perché hanno un modo di lavorare molto simile e il nostro gruppo è affiatato. Penso che potremmo essere una outsider, come nel 2016, magari un po’ più fortunati rispetto alla sconfitta ai rigori con la Germania".
Ed infine, sulla possibilità che il Napoli possa soffiare lo scudetto alla Juventus, il romano chiosa così: "Assolutamente no. Spero che continuino a vincere finché muoio, perché se perdono voglio essere io a vincere. È davvero dura competere con loro, hanno dimostrato di essere un grande gruppo. Noi proveremo a fare del mostro meglio, se ci avviciniamo sempre di più a loro vuol dire che stiamo facendo qualcosa di grande. Posso provarci per un altro paio di anni".