Tra un addio doloroso e un futuro tutto da scrivere. Di pochi giorni fa il saluto in conferenza stampa, in attesa di raccogliere l'abbraccio del Sanchez Pizjuan in una delle prossime gare casalinghe del Siviglia, la società in cui ha passato quasi trent'anni, prima da giocatore e poi da direttore sportivo. Ora, per Monchi, si apriranno nuove porte, probabilmente quelle della Roma, nonostante il diretto interessato abbia sempre parlato solamente di contatti.

In una lunga intervista rilasciata al sito spagnolo Estadio Deportivo, Ramon Rodriguez Verdejo (detto, appunto, Monchi) ha parlato anche di questo, di un ipotetico futuro in giallorosso, in realtà glissando la domanda senza entrare nel dettaglio: "Preferisco non parlarne perché non sono lì. C'è un direttore sportivo che è Massara e sta lavorando, non è giusto e neanche opportuno parlarne. Ovviamente conosco il lavoro che sta facendo Spalletti, sta portando avanti una stagione magnifica. Noi non siamo andati oltre a un semplice contatto, ho capito cosa vorrebbero da me e gli ho spiegato cosa potrei dare".

Stando ai rumors, inoltre, sembrerebbe possibile una ricongiunzione con Unai Emery, l'ultimo allenatore prima di Sampaoli a fare grande il Siviglia, casa che ha lasciato in estate per firmare col Psg. Tre stagioni chiuse con il dominio in Europa League: "Con lui ho lavorato tre anni in maniera magnifica. Abbiamo raggiunto una simbiosi brutale in quegli anni e raggiunto obiettivi inimmaginabili. Mi piacerebbe tornare a lavorare con lui perché è un allenatore magnifico e ai direttori sportivi piacciono questi tecnici. Potrei dire lo stesso di Marcelino o Juande Ramos, ma il ricordo di Emery è sicuramente il più recente".

Ovviamente, impossibile non parlare dell'addio al Siviglia, delle sensazioni e di come è maturata la difficile decisione di cambiare aria: "La mia mente non ha ancora assimilato la realtà. Sono nel mezzo di un processo di comprensione della nuova realtà, diciamo. L'ultimo anno è stato duro: avevo chiara l'idea di lasciare a fine anno, ma non volevo che questo incidesse sulla quotidianità. Forse non ho scelto bene i tempi, ma era una situazione del tutto nuova anche per me".

E infine, sui messaggi fin qui ricevuti e sulle tempistiche della comunicazione dell'addio: "Sto ricevendo molto più di quanto immaginassi dai tifosi. Il Siviglia invece non deve salutarmi, mi ha già dato tutto in questi anni. L'eliminazione dalla Champions non ha influito sull'addio, la decisione era già stata analizzata, discussa, presa e comunicata a chi di dovere. Forse qualificandoci ai quarti l'annuncio sarebbe stato rimandato, ma la decisione era presa".