I pensieri di Spalletti a fine gara. La mesta Sud che fa rientro senza fiato verso le proprie case. In testa i rimpianti, nelle orecchie la colonna sonora dei clacson dei cugini, che fino a notte inoltrata hanno invaso la città tra suoni e bandiere, più che giustificate. Le sensazioni di undici giocatori che in campo sono scesi sono per alcuni tratti, in 180' minuti da giocare. Un mix di ingredienti velenosi condannano la Roma all'ennesima delusione storica, all'ennesimo crollo mentale e di gruppo della stagione, la presunta stagione delle conferme che diventa annata maledetta, l'ultima per molti, da Spalletti a Totti, sempre usando il condizionale.

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La Roma appare convinta, sicura dei suoi mezzi, conscia del fatto che riprendere due gol sia una mezza impresa contro una Lazio giustamente arroccata e attenta in difesa, ma un'impresa da provare per la carica di quelle bandiere finalmente al loro posto, anche se abbastanza silenti per via di una prolungata protesta. Ci prova, la Roma, ma fin dai primi minuti emergono tre chiavi del match, costantemente riproposte: il disordine offensivo (Paredes non fa da collante, Strootman non pulisce, l'attacco non riceve palloni giocabili con precisione), la debolezza dell'asse destro (esageratamente confermata quando nel secondo tempo si unisce il "malus" Salah al terribile infortunio chiamato "Bruno Peres", vero fenomeno parastatale del campionato), l'assenza reiterata di Dzeko (che, autore di 33 reti in stagione, non ha risposto alla chiama in Roma-Napoli, Roma-Lione, Roma-Lazio, praticamente rendendo vane le 33 storiche marcature).

Qualcuno ci prova anche, nel primo tempo, a risolvere e sbrogliare queste tre, ineluttabili, chiavi negative. Emerson, Nainggolan, Rudiger, Jesus, sono attenti, vogliosi, provano a sistemare e mettere toppe. Ma è la Lazio a passare in vantaggio, due volte, con due sentenze (e con gli autori dei gol dell'andata). Sono due macigni che uccidono la Roma, già morta con l'andata, già fredda sull'1-0. I due pari raggiunti sono più episodi di rabbia, di amarezza riversata in sterili attacchi di foga. Che portano addirittura, proprio sul fischio di Rizzoli (protagonista in positivo, insieme alle già citate curve romane) al 3-2, che sancisce più cose: l'ennesima vittoria in casa dei giallorossi, il 100esimo gol stagionale della Roma, una doppietta assolutamente fuori luogo di un pessimo Salah. Con il 43esimo derby per Totti (che nel doppio confronto ha disputato meno di 15' effettivi di gioco, davvero un misero contentino, che però gli vale un record assoluto di presenze). Tutto, oggi, suona da beffa. Con l'unico occhio aperto che resta alla Roma (quello di una quantomai improbabile rimonta in campionato) che passa proprio dal quarto appuntamento stagionale con i rivali di sempre, alla fine di questo mese, che sta assumendo, in questa sua alba, i colori del precedente. Sono lontani i tempi delle grida. Ora, vige lo sconforto.

LE PAGELLE

Allison 6,5; Rudiger 6; Manolas 6; Jesus 6,5 (Peres 4); Emerson 6,5; Paredes 4,5 (Totti sv); Strootman 4,5; Nainggolan 6; El Shaarawy 6,5 (Perotti 6,5); Dzeko 4,5; Salah 4,5.