Il progetto per lo stadio della Roma è sempre più compromesso, l'area di Tor di Valle sembra ormai impraticabile per diverse vertenze: innanzitutto la sovrintendenza del ministero dei beni culturali ha evidenziato il presunto interesse artistico del rudere dell'ippodromo; in seconda battuta i vertici nazionali del Movimento 5 stelle sbandierano un presunto rischio idrogeologico per l'area dello stadio (Smentito dalla sovrintendenza del bacino del Tevere); infine la giunta del sindaco Raggi, per accontentare la base del movimento, sarebbe orientata a dire 'no' al progetto.
Il mancato raggiungimento di un accordo sullo stadio potrebbe essere aggirato con un cambio di zona (si parla di Fiumicino) , ma le ipotesi più probabili sono principalmente due: nel primo caso i proponenti e la società potrebbero decidere di intentare una causa milionaria al comune per riavere i soldi già spesi con gli interessi (si parla addirittura di un risarcimento possibile di 1.6 miliardi); nel secondo scenario Pallotta potrebbe decidere di vendere i big come Manolas e Nainggolan per far fronte alle perdite.
Un ulteriore segnale riguardo le cattive acque in cui naviga il progetto è il via libera dato questa mattina dall'avvocatura del Campidoglio all'annullamento o rimodulamento della delibera di pubblico interesse firmata da Marino, questo mette in una posizione di vantaggio il comune che può ricattare gli investitori chiedendo corposissimi e ulteriori tagli di cubature.
Per salvare la situazione nel pomeriggio è previsto un incontro tra giunta e dirigenti per cercare di stilare una pace armata e non arrivare alla guerra totale; a tale incontro non parteciperà la sindaca Raggi, ricoverata in mattinata in ospedale a causa di un malore.
La sensazione è che oggi si giochi il tutto e per tutto in quanto a breve ci sarà la conferenza dei servizi decisiva e, in caso di parere negativo della giunta, i proponenti non sono disposti a ricominciare un altro progetto in un'altra area e anche a costo di buttare cinque anni di lavoro sembrano essere intenzionati a percorrere le vie legali per rivalersi sul Comune.