Tra le tante partite del pomeriggio di Serie A, in programma c'era Palermo-Atalanta, una gara fra due squadre in situazioni di classifica totalmente opposte. La sfida del Barbera si è conclusa con un risultato da pronostico, visti gli score delle due squadre in stagione: con il risultato finale di 1-3, al Barbera è arrivata la vittoria dei nerazzurri.
E' stato il solito grande avvio della Dea: inizialmente Conti e il Papu Gomez sembravano aver messo la gara in ghiaccio; tuttavia, prima dell'intervallo Chochev ha riaperto i conti. Soltanto nel finale è arrivato il tris, con il colpo di testa in inserimento di Cristante, da subentrato. Così i lombardi hanno frenato i rosanero, che erano imbattuti sotto la nuova gestione di Lopez, mantenendo il quarto posto attuale che significherebbe Europa League per la prossima stagione.
Dopo la partita, ai microfoni di Sky Sport, come riportato da TuttoMercatoWeb, si è presentato il tecnico trionfatore, Gian Piero Gasperini, per analizzare il suo successo. Ripercorriamo le sue dichiarazioni, partendo dal match in generale, presentato così: "Queste tipo di partite sono imprevedibili. Abbiamo dominato a lungo, ma anche sprecato molto ed il Palermo è stato vivo fino all'ultimo. Non è stata una gara facile come il risultato potrebbe far pensare: vincere contro una squadra motivata come quella rosanero non era semplice. Atteggiamento da grande? Giochiamo con fiducia e serenità, è soprattutto una forza per impostare il gioco da dietro. E questo in trasferta ci aiuta molto, ad esempio per spezzare l'entusiasmo degli avversari. Oggi sullo 0-2 abbiamo rallentato, ma senza produrre e finivamo per rimanere fermi. Poi nella ripresa siamo stati nuovamente bravi e abbiamo chiuso la partita".
L'obiettivo stagionale, adesso, è ovviamente l'Europa e non può che essere così. Il tecnico vola basso come sta facendo da inizio stagione, predicando continuità e parlando dell'importanza delle partite che seguiranno fra poche giornate. Ma per capire quanto sia migliorata questa squadra, basta tornare indietro ad un girone fa: "Ce la giochiamo. Mancano ancora tante partite e tutte le squadre in lotta con noi sono qualificate e forti. E' passato un girone dalla gara di andata contro il Palermo e abbiamo fatto quarantadue punti in diciannove partite: non sono numeri casuali. Dopo la gara contro il Crotone ci saranno gli scontri diretti e per lottare per traguardi così importanti bisogna fare qualche impresa".
E magari, visto che i nerazzurri non sono impegnati con le Coppe, c'è una speranza di tenere questo ritmo fino alla fine della stagione considerando anche una rosa abbastanza lunga: "Soprattutto a livello di infortuni: quando si giocano tante partite, c'è questo rischio. Anche se in verità le coppe interessano principalmente Napoli, Roma e Juventus, che non sono nostre rivali".
Un'analisi sul terzo marcatore, Cristante, ragazzo italiano ritrovato dopo un periodo nero e arrivato a gennaio. L'allenatore si sofferma sulle sue doti e ripercorre i vari step che hanno portato all'acquisto, partendo dalla cessione di Gagliardini all'Inter fino ad arrivare alla voglia di acquisire altri giovani nostrani in rosa: "L'inserimento è una sua qualità importante. Già domenica scorsa stava per fare gol su un inserimento simile. Quand'è andato via Gagliardini abbiamo cercato di sostituirlo trovando un profilo simile. Volevamo qualche giovane italiano, come Petagna o lo stesso Gagliardini, che fosse sparito da qualche anno. Abbiamo focalizzato l'interesse su Cristante e siamo contenti di questo".
L'ultima battuta è riguardante l'idea di costruire un nuovo stadio che sostituisca l'Atleti Azzurri d'Italia. Le condizioni ci sono tutte: a partire dalla disponibilità della società, passando per l'amministrazione comunale, finendo in una disponibilità economica in crescendo dei nerazzurri: "Io sono veramente convinto che se non faremo lo stadio a Bergamo non so dove si possa fare. In amministrazione comunale sono tutti propensi, così come in società. Ci sono tutte le componenti: non si capisce perchè si debba tardare così tanto".