Una partita non spettacolare, con i soliti incivili teatrini da non vedere, tra litigate, frasi censurabili e qualche mano alzata di troppo. Senza sensazionalismi di nessun tipo, ma con le giuste critiche al consueto allontanamento dal campo che dopo ogni Derby sembra essere la strada più semplice da percorrere. Il campo, invece, è il fulcro dell'azione della Roma, che conquista un'altra stracittadina, ai danni della Lazio, con un secco e meritato 0-2 tutto nel secondo tempo.
IL MATCH IN PILLOLE
I TEMPO: La Roma non domina gli spazi, ma lascia che siano i rivali a spegnersi progressivamente nel corso del match, impostando bene i pochi possessi a disposizione e permettendo ai cugini di sopravanzare nella prima frazione di gioco. Di contro una Lazio accesa nei primi 30' minuti, molto aggressiva, non permette ai romanisti di portare avanti il baricentro, costringendo ad un gioco mediocre tra difesa e centrocampo. La svolta arriva quando, verso il 40', la squadra di Spalletti acquista metri, provando a mordere ma senza occasioni. I primi 45' terminano con qualche acuto laziale, un brivido romanista e poco altro.
II TEMPO: La ripresa è di un'altra pasta, molto accesa e subito cattiva, con la Roma nettamente superiore a livello mentale, senza però manifestare grande supremazia territoriale. Spalletti non cambia, è Inzaghi che muove le pedine, pur tenendo gli stessi 11. Invertiti i terzini, la Roma prende coscienza dell'avvenuta apertura degli spazi, ma il match non si sblocca. Decisivo, allora, l'errore di Wallace, che spalanca la strada alla grinta e alla ferocia di Strootman che buca Marchetti. L'inerzia del match si sposta, complice un normale nervosismo laziale, verso la Roma, che deve solamente gestire il vantaggio e lo fa con tenacia e grande serenità, non rischiando praticamente mai l'affondo dei cugini. Il match scorre con un indirizzo chiaro, e dopo 14' la Roma raddoppia: Nainggolan trova il buco, Marchetti fa il resto, il Derby è giallorosso. A nulla servono i 10' finali, improntati tutti su quel possesso palla che fin lì non era riuscito ai giallorossi. Il meritato raddoppio congela tutto fino al triplice fischio e l'As Roma si prende Roma e la stracittadina.
L'ANALISI
L'impressione data dalla Roma è quella di una possibilità finora praticamente inespressa di poter gestire quei match dove la superiorità non è visibile ad occhio nudo. Se la squadra di Spalletti dovesse iniziare a mettere in pratica questo meccasismo, mentale e fisico, nei match di cartello, la maturità attesa potrebbe essere arrivata. Banco di prova Milan e Juve, ma almeno con i rossoneri l'atteggiamento dovrebbe invece essere diverso, quello del bel gioco da subito, della brillantezza a cui i giallorossi sanno abituare. Intanto il Derby va alla Roma, con l'eterno ritorno della diatriba del confine tra merito e demerito avversario. Il campo, però, non vuole sentire ragioni e premia De Rossi e compagni.
I TOP/ I FLOP
I migliori in campo della Roma, per distacco: Nainggolan, Perotti e le volte in cui è stato chiamato in causa, Rudiger. Di "flop" veri e prori non se ne segnalano, se si esclude l'amara assenza di Capitan Totti...