Una Juventus dominante, vincente e bella da vedere contro l'Atalanta come si era vista poche volte quest'anno, ma nella serata di questa 15esima giornata di Serie A abbiamo avuto modo di osservare i nerazzurri cadere, rimanendo una bella realtà del nostro campionato, ma subendo il 3-1 dai campioni in carica con le reti di Alex Sandro, Rugani e Mandzukic. E l'allenatore dei bergamaschi, Gian Piero Gasperini, ai microfoni di Sky Sport, è intervenuto ai microfoni per parlare della gara appena conclusa ripartendo proprio dalla prestazione straordinaria dell'attaccante croato, ovviamente elogiato: "Mandzukic è stato determinante, ma anche gli altri hanno fatto una buona gara".
E poi l'analisi del post-gara, di quello che sarà nel futuro immediato della squadra questa sconfitta che però non lascia particolarmente l'amaro in bocca, poichè arriva da un avversario forte: "Noi da questa partita abbiamo un insegnamento importante, abbiamo incontrato una squadra importante, forte, ma che aveva voglia di riscatto, quindi nelle condizioni migliori per loro e questo deve essere un riferimento per noi. E' chiaro che su questa base dobbiamo imparare molto, prenderla come lezione perchè poi dobbiamo incontrare la Juventus a gennaio in Coppa Italia e più avanti ad aprile a Bergamo, perciò dobbiamo crescere".
I 90 minuti, il problema principale? L'unione di tutto, ma principalmente il fattore psicologico: "E' successo che abbiamo avuto paura. E' una base sulla quale lavorare. C'erano tutte le condizioni per non avere un impatto negativo, anzi. Non so se è stato solo questo, oltre alla Juventus o qualche difficoltà nostra, ma non credo sia solo un aspetto psicologico; indubbiamente c'era un certo divario in campo ed è compito nostro ridurlo ed usarlo come base di partenza".
L'idea che non sia stata la miglior prestazione dei nerazzurri è condivisa dal mister: "So che abbiamo giocato sotto il nostro potenziale. Contro queste squadre non dobbiamo giocare individualmente, dobbiamo giocare coralmente bene, muovere bene palla, smarcarti bene, devi andare in fiducia. L'altro aspetto nella fase difensiva è che i giocatori della Juventus hanno questa caratteristica del fisico: il nostro divario è un po' meno evidente, lo abbiamo dimostrato con altre squadre; aldilà dei meriti della Juventus, c'abbiamo messo del nostro. Trovi difficoltà così anche nelle altre partite, non solo contro la Juve".
Il gioco fra le linee di Pjanic, secondo l'allenatore, non è stata la difficoltà maggiore da inseguire per i difensori: "Non era lui il problema. Quella situazione potevamo reggerla benissimo e ci consentiva di essere pericolosi in attacco ma abbiamo sbagliato tanto tecnicamente, non siamo riusciti a riproporci e poi il gol lo abbiamo preso su un affondo di Alex Sandro su calcio d'angolo. In seguito ci siamo coperti meglio ma hanno cominciato a palleggiare, poi in quelle situazioni perdi l'uomo in mezzo al campo e abbiamo fatto fatica. Le cose migliori le abbiamo fatte quando abbiamo giocato bene tecnicamente".
La gamba tirata indietro dei bergamaschi, gli juventini hanno vinto col fisico che era stata l'arma dei nerazzurri contro tante squadre: "Il timore è un aspetto che mi dà fastidio perchè eravamo nella condizione di non subire questo atteggiamento. Possiamo riconoscere alla Juventus giocatori molto forti sul contrasto o sulla forza, potevamo indubbiamente avere delle difficoltà ma siamo stati sempre sotto. Hanno fatto loro quello che volevamo fare noi, sicuramente è stato un limite sull'aspetto psicologico. Non sono deluso: è un punto di partenza. Giocare contro queste squadre è il top in questo momento e al momento ci serve".
E subito dopo è intervenuto Caldara, difensore centrale atalantino, per cercare di giustificare; rimane però un po' di tristezza, come dopo ogni KO: "Sicuramente siamo amareggiati tutti, in primis il mister che voleva qualcosa di diverso. Abbiamo sbagliato a partire dalle palle inattive che fanno capire che la concentrazione non era al massimo. Forse la striscia positiva non ci ha aiutati, ma se vogliamo fare qualcosa di importante non dobbiamo cercare alibi".
E' peggio marcare Higuain o Mandzukic? E' meglio nessuno dei due, per un avversario... "Sono tutti e due fortissimi. Mandzukic non lascia mai giocare, Higuain è imprevedibile. Nessuno dei due è facile da marcare, quindi... stasera loro hanno giocato meglio, quindi hanno vinto".
Gli errori in fase d'impostazione sono, secondo tutti, una delle chiavi tecnico-tattiche in cui la Dea ha perso questo match: "Per giocare bene il mister ci dice di giocare meglio dietro. Sono consapevole di aver sbagliato 2-3 palle in uscita, perciò so di doverlo migliorare".
Una curiosità: da piccolo, qualche simpatia verso qualcuno degli odierni avversari? Il nome è chiaramente qualcuno dello stesso ruolo del talento bergamasco: "Avevo il poster di Chiellini in camera, ma avevo vergogna di chiedergli la maglia e non gliel'ho chiesta".