All'interno di una partita se ne possono scovare almeno altre cinque o sei differenti, sostiene Allegri. Questione di momenti. Lo stesso vale per il campionato: una stagione si costruisce su nove mesi, oscilla tra alti e bassi, anche per le corazzate e per le ipotizzabili squadre materasso. Discorso che pare costruito ad hoc per l'Atalanta, a man bassa la rivelazione del mese di ottobre. I numeri parlano di sedici punti nelle ultime sei partite - meglio di chiunque altro - per un totale di 19 punti, ma quello che la classifica non svela è la mentalità che Gasperini, dopo un inizio difficile, è riuscito ad imprimere ai propri ragazzi.
Il tecnico ex Genoa era stato pesantemente criticato dopo la falsa partenza, poiché i tre punti raccolti in cinque gare non potevano considerarsi un bottino sufficiente. Colpa di una difesa imballata, di una squadra senza un reale equilibrio e ancora poco capace di tenere il campo in una maniera accettabile, vivendo di folate, episodi negativi e malintesi. Poi la decisione di tornare a puntare sui giovani ha portato nuova linfa, nuova verve. Un ritorno alle vecchie abitudini che tante gioie hanno portato ai bergamaschi, specialmente all'inizio dello scorso decennio, quando l'allora allenatore Vavassori raggiunse uno storico settimo posto con una squadra formata perlopiù da ragazzi cresciuti nel florido settore giovanile neroblù.
Conti, Caldara e Gagliardini, tre prodotti del vivaio, hanno così trovato lo spazio giusto per provare ad imporsi, e quello che hanno dimostrato va oltre l'aspetto tecnico e tattico, forse mai in discussione: mentalità. Grinta, determinazione e attaccamento alla maglia, requisiti fondamentali per ritagliarsi il proprio ruolo in una società di provincia. Esempi lampanti durante una gara se ne possono trovare a bizzeffe, il più importante senza dubbio è fresco di qualche ora: Gagliardini che va in pressing sulla trequarti avversaria, soffia palla e indovina l'assist per il vantaggio firmato da Kurtic sul Genoa.
Per questa ragione l'Atalanta può definirsi comunque una squadra giovane, perchè il quid in più sotto il profilo psicologico lo trova negli under-23, magistralmente coadiuvati da un gruppo di giocatori più esperti, ma che da soli hanno dimostrato di non reggere l'urto, come accaduto per l'appunto nelle prime giornate. Ogni squadra ha il proprio DNA, e questo è più forte di ogni campagna acquisti che possa portare giocatori di primo piano.
Non è un caso che anche un elemento come Kurtic abbia elevato il proprio rendimento nelle ultime settimane, fungendo da interno di centrocampo in grado di alzarsi sull'ala o di inserirsi negli spazi lasciati dai movimenti di Petagna (classe 1995 che soffia quotidianamente il posto a Pinilla e Paloschi), permettendo anche a Gomez di allargarsi sulla sinistra e partire dalla sua posizione preferita. Discutere le idee di Gasperini, a questo proposito, sembrerebbe parlare del nulla, poichè i risultati conseguiti nella maggior parte delle proprie stagioni, soprattutto a Genova, si schierano dalla sua parte. Quello che nelle prime giornate era mancato non era prettamente tattico, ma soprattutto di mentalità.
Dopo undici partite, la piazza di Bergamo sa di non potersi permettere illusioni, mancando ancora ventisette lunghissime giornate; è più facile stupire tutti piuttosto che confermarsi, specialmente a tali livelli. L'Atalanta ha dunque ancora tanto da dimostrare, ma inizia questo percorso con la consapevolezza di aver scelto la maniera giusta nel quale affrontarlo.