Un po' di cuore, tanta rabbia e l'anima su ogni pallone. Il resto sono difettucci, se c'è sempre questo, se ad ogni gara, come ieri, l'appartenenza ai colori giallorossi è manifestata dalla cattiveria che non lascia respiro a se stessi, prima, e agli avversari. L'onore di sentirsi accolti in una famiglia amorosa ed esigente come quella capitolina passa per la tenacia, il non darsi alibi e scusanti. L'alloro di vittoria è una ricompensa rara, si gareggia per altro. Se butti il cuore oltre l'ostacolo, alla fine consegui quel che ti serve. E ti guadagni un altro Cuore, più grande e più caldo. Quello di una piazza che geme e soffre insieme a Te che giochi, ma alla fine Ti rilascia un affetto forte. Canta con Te che per quella maglia dai tutto e lo dimostri. I tre punti diventano Tuoi e Loro, nutrimento condiviso da assaporare per 15, lunghi giorni. Aspettando Napoli.

Così è la Roma, un mix imprevedibile di tecnicismi e svarioni, di corsa e stanchezza, di voglia e pigrizia. Per 3 punti che hanno il sapore di ricrescita sotto quei germogli sani, senza virus, che alimentano ancora la piantina Spallettiana innestata al Bernardini quel 14 gennaio scorso. Così è una squadra fatta di indefessi lottatori, di uomini gloriosi (uno, ieri in panchina, ma alla fine la scelta non stride), e poi di tiepidi contrastatori e di calciatori senza spessore tecnico. Forse è normale, la Roma, nella sua capacità innata di ripartire, nella sua predisposizione a subire ripartenze. E' normalmente altalenante, questa squadra, che mostra il fianco all'avversario con parvenze di riserva del carburante, e che invece all'azione d'attacco successiva si presenta con 8 uomini in area opposta. 

I monumenti di giornata sono per Manolas, Florenzi Dzeko, capaci di produrre gioco e distribuire sicurezza in ognuno dei reparti di appartenenza. Il loro gioco ha portato la Roma al successo che in termini di risultato appare flebile ma che è stato corroborato da numerose, non sfruttate, palle gol deliziose. Più un super Handanovic a bloccare il conto attivo dei gol. E poi addirittura il numero dal nulla di Banega, a preoccupare. Cinque lunghi minuti di intervallo in cui nella mente dei giallorossi saranno passati i pensieri di Torino, Firenze, Roma - Porto, o altre, tante, sfide. "Ecco, come sempre". Si, come sempre: la Roma è questa. Come sempre. 

Con la Forza di crederci e buttarsi, lanciando in tutto e per tutto il Cuore olte l'ostacolo.

LE PAGELLE

Szczesny 7 quando è chiamato in causa è magistrale. Operativo in tutto.

Peres 6,5 la sua difesa non è delle migliori, ma è una macchina da guerra a centrocampo

Manolas 7,5 prodigioso, sigla anche un gol da infarto che può svoltare una stagione. Sono 3 in A per lui.

Fazio 6,5 il ragazzo cresce in sicurezza, sempre meglio nelle chiusure. All'ultimo gestisce bene un brivido.

Jesus 5,5 l'ex Iinter ancora non trova la sua dimensione naturale, e rischia anche in questa serata la frittata. Due errori gravi.

De Rossi 7 in forma smagliante, gestisce palloni con grande personalità e sulla mediana non dà spazi.

Strootman 7 una macina senza tregua quando qualcuno prova a penetrare nelle trame giallorosse.

Florenzi 7 un rullo anche il romano, che corre per lunghi tratti senza un momento di tregua. Bella l'idea della punizione vincente. (Nainggolan sv)

Perotti 6,5 l'ex Genoa spazia nel campo e propone cross interessanti ma si trova a combattere con la precisione nella scelta di tempo di Handanovic. (Paredes sv)

Salah 7 l'egiziano fallisce due palle gol ghiotte, ma la sua mobilità è una delle chiavi del match. Costringe i difensori di De Boer al doppio lavoro. (El Shaarawy sv)

Dzeko 8 forse la miglior gara in giallorosso, perché oltre alla spinta e alla quasi-doppietta, è molto utile spalle alla porta per lanciare le ripartenze dei suoi, e poi farsi trovare già pronto, a fine azione, in area.

Spalletti 7,5 indovina il modulo (speculare a quello interista), indovina gli interpreti. Bene anche il fatto che arrivi la sosta.