Difficile capire, se non sei Romano, cercare di comprendere cos'è Francesco Totti per questa città e forse per tutto il calcio Italiano di cui lui è un patrimonio da tanti anni. Non si può capire, ma ci si può provare, guardando o sentendo il boato dell'Olimpico ad ogni suo tocco di palla. Passano gli anni, addirittura i decenni, ma la sostanza non cambia: Francesco Totti è la Roma, e la Roma è Francesco Totti e a lui si aggrappa quando si trova sull'orlo di un precipizio.
Il sole, Salah, la rimonta, il diluvio e poi la sosta di 80 minuti e la controrimonta. Nel film di fantascienza che si consuma all'Olimpico tra Roma e Sampdoria c'è un momento in cui Spalletti decide di giocarsi il suo gladiatore, il suo Achille senza punti deboli. La Roma è sotto, ma quando Totti entra in campo si può sentire una chimica diversa, tanto che anche la pioggia smette di cadere, incantata a guardare le gesta dell'eterno capitano giallorosso. Lui inizia a scaldarsi già mezz'ora prima della ripresa del match, quando c'è ancora il diluivio, lui è li a guidare la squadra come Leonida con gli Spartani. Nonostante i quarant'anni, gioca e dispensa calcio ed infatti da una sua idea arriva il pari di Dzeko. I minuti scorrono inesorabili ed ecco alla sirena il rigore per la Roma. Tralasciando ogni polemica arbitrale, dal dischetto va Totti. Lo stadio è in silenzo, una sorta di preghiera collettiva accompagna il capitano. Lo sguardo fisso sul pallone. L'arbitro fischia, Viviano spiazzato, 3-2 al 93'. L'Olimpico è una bolgia.
Nemmeno il tempo di vedere entrare il pallone, che Totti già si toglie la maglietta e inizia a correre come un 18enne al primo gol in Serie A, anche se è il suo 301esimo con la Roma, 249esimo in Serie A. Corre verso la curva, ad abbracciare la sua gente, la stessa gente che da 23 anni ne celebra le gesta. Corre, per rispondere sul campo alle chiacchiere, come solo una bandiera ed un campione della sua portata sa fare. Quella corsa è infinita e al contempo piena di significati e piena di amore per quello che è un uomo prima di un calciatore. Totti alla fine della partita dichiara: "Quello che contava oggi era ribaltare la partita perché non era semplice. Abbiamo avuto un grande spirito e un grande orgoglio. Come si fa essere decisivi anche a 40 anni? La testa è fondamentale e ti aiuta in tutto e poi anche la serenità che mi trasmette la mia famiglia. Quando stai bene con la testa poi in campo si vede. Come sto vivendo quest’ultimo anno da calciatore? Me lo vivo serenamente e quotidianamente, con la testa libera. Poi se sto così perché dovrei smettere?".
La domanda finale è di una retorica maliziosa, ma allo stesso racconta la straordinarietà del personaggio, alla 25a stagione con la Roma, sempre con la stessa maglia, sempre dalla stessa parte. Stiamo parlando di un alieno che da 23 stagioni consecutive va in rete. Stiamo parlando di un alieno che il 27 settembre compirà 40 anni e non ha nessuna voglia di smettere. Caro Francesco, come direbbe Vasco Rossi: "Io sono ancora qua, eh già."