Senza colpi di scena si è aperto, senza botti si è chiuso. In sintesi, il mercato della Roma 2016 è stato "normale". Un big che saluta, un big acquistato, qualche riscatto importante, alcune scommesse. E un buon nome sfumato, quasi fosse l'immagine riassuntiva della sessione. Parliamo di Wilshere, che alla fine non è arrivato, e i giallorossi si sono fatti trovare senza alternative e sono state semplicemente perfezionate le cessioni di Vainqueur, Ricci, Torosidis e Sadiq.

Il bilancio è semplice: partito De Sanctis, è arrivato Alisson. Out Castan, Gyomber e Zukanovic, dentro Vermaelen, Fazio e Jesus. Lascia Maicon e arriva Bruno Peres. Saluta Digne ed entra Mario Rui. Via Keita, dentro Paredes. Parte Pjanic e arriva Gerson. Falque e Ljajic erano già fuori dai radar di Luciano Spalletti, così come Torosidis e Vainqueur, che non vanno quindi a incidere sulla rosa messa a disposizione del tecnico toscano.

LA SITUAZIONE - Attendendo che Alisson possa esprimere al meglio le sue qualità, i giallorossi hanno fatto di tutto per confermare Szczesny, rimasto nella Capitale al termine di una lunga trattativa. I tre centrali arrivati sono più forti di quelli partiti, sebbene sia Vermaelen che Fazio, per motivi diversi, abbiano giocato pochissimo negli ultimi anni. A centrocampo, l'assenza di Pjanic è stata riempita da Gerson, giocatore di cui tutti gli addetti ai lavori parlano benissimo. Poiché arriva dall'altra parte del mondo, da un calcio molto più lento, Spalletti sta evitando di buttarlo subito nella mischia, evitando di bruciarlo. Nel frattempo, la Roma è corta soprattutto nelle seconde linee. Al di là dei tre titolari (Nainggolan, De Rossi, Strootman), i capitolini hanno solo Paredes e Gerson, con Florenzi pronto ad alzarsi. Sabatini avrebbe voluto aggiungere anche Borja Valero ma la notte sciagurata contro il Porto ha complicato i piani. Di Wilshere, invece, abbiamo già detto. E non è una bella storia.

IL COLPO - L'impressione è quella di un mercato dimesso da parte della Roma, senza un guizzo, una sferzata. Come furono, tra alti e bassi, Dzeko, Salah, Iturbe, Strootman, Benatia, Gervinho, Lamela, Destro, Pjanic, Gago, Kijaer. La lista della Roma a stelle e strisce è lunga. Da quando Sabatini governa il mercato capitolino era sempre arrivato il colpo di genio, la mossa a sorpresa che nessuno aveva potuto prevedere. Un mercato dimesso, anche per colpa dei soldi, tanti, che la Roma non incasserà dalla Champions, con la Uefa che tiene sotto la lente di ingrandimento il bilancio della Roma.

COME CAMBIA LA ROMA - Il 4-3-3 di Pinzolo proclamato da Spalletti può considerarsi la base di partenza verso il cambiamento. Il tecnico si sa, preferisce moduli dinamici a dogmi tattici. Ad esempio, con il rientro di Rudiger, la Roma potrebbe diventare a 3 dietro, con Manolas, Fazio, Vermaelen, Jesus, Rüdiger e De Rossi a disposizione. Questi i 6 a cui affiancare sulle fasce Peres, Florenzi, Emerson e Mario Rui. Un primo assaggio c’è stato nell’ultima partita di campionato a Cagliari quando, con l’inserimento di Fazio al centro della difesa, Spalletti ha chiesto la difesa a 3. Alla Roma manca però un palleggiatore a centrocampo in attesa proprio dell'espolsione di Paredes e Gerson. Ci vorrà tempo per far sì che i giocatori assimilino i nuovi movimenti.