Poteva andare davvero molto peggio. Dopo la clamorosa eliminazione nelle qualificazioni di Champions, sorride alla Roma il sorteggio di Europa League, magra consolazione che potrebbe permettere, però, ai giallorossi di superare indenne la prima fase della seconda coppa europea. Inizialmente posizionata in seconda fascia, la compagine di Spalletti evita il pericolo United, beccando come testa di serie i cechi del Viktoria Plzen, collettivo equilibrato ma di certo non al pari dei Reds o del Bilbao, come dimostra anche la prematura eliminaziona dalla Champions subita ad opera del Ludogorets. Momentaneamente quinto in campionato, il Plzen gioca solitamente un calcio offensivo, alternando il 4-2-3-1 al 4-1-4-1. Roma e Plzen si sono incontrate una volta, nel 2009 e in amichevole, terminando per 1-1 il proprio incrocio sportivo.
Più ostico e mentalmente esperto, nonostante una più bassa quotazione nel ranking, l'undici austriaco dell'Austria Vienna, facilmente qualificatosi nel doppio scontro contro il Rosenborg. Nel proprio campionato il Vienna staziona a metà classifica, condizione mentale che obbligherebbe gli stessi a cedere qualcosa in Europa. Scendendo in campo con uno schematico 4-4-2, inoltre, gli austriaci puntano molto sulla collettività, anche se la punta di diamante dell'undici di Fink sembra essere il giovanissimo classe '94 Kevin Friesenbichler, spesso in rete sia in campionato che in coppa. Un doppio match da affrontare dunque con calma e concentrazione.
Chiude il quartetto del girone E, il sorprendente Astra, capace di buttare fuori nell'ultimo turno di qualificazione addirittura il West Ham grazie ad un gol dell'eroe Filipe Teixeira. Tatticamente molto semplice, il gioco dei rumeni passa principalmente per uno schematico 4-4-2, in cui molto fanno gli esterni di centrocampo Teixeira e Ionita. Quando le cose si mettono male, l'Astra passa invece al 4-2-3-1, modulo offensivo da usare in caso di estrema necessità. L'undici rumeno si dimostra dunque una scatoletta difficile da aprire, pronto a colpire e a ritrarsi come un cobra, chiudendo qualsiasi spazio al collettivo avversario. Un doppio scontro da superare dunque senza sicurezze pregresse per evitare di essere puniti prendendo, di riflesso, un dolosa sberla.