Non c'è pace in casa Roma. Prima il rogo nei pressi dello stadio Olimpico, come presagio del beffardo destino di una notte portatrice di rabbia e incubi, poi i 90' più caotici della breve era Spalletti 2.0. Primo ko stagionale, 4° in tutto per il toscano, che la Champions sembra non volerla vedere (0 vittorie su 4 match). Un delirio praticamente inimmaginabile, vista l'entità del disastro provocato dalla formazione giallorossa: un disastro gestionale, tecnico, fisico, comportamentale, emotivo.
La tensione in campo, frutto di uno svantaggio iniziale quantomeno inaspettato, si è trasformata in bieco provincialismo, fatto di scambi disordinati per vie centrali del campo o di lanci irraggiungibili verso gli impalpabili Salah e soprattutto Dzeko. Il bosniaco, il cui credito con i tifosi è esaurito da tempo, non regge gli anticipi degli attenti difensori lusitani, e adotta la sua ormai consolidata tecnica di gioco: sparire dal campo e rendersi irreperibile ad ogni azione d'attacco dei suoi.
E poi le follie, queste sì, davvero inspiegabili, nemmeno dopo una attenta e puntigliosa riflessione: De Rossi, Emerson (ancora?), Szczesny. Già viste, altre e altre volte, le “prodezze” decisive di giallorossi in ruoli fondamentali, è storia già scritta, è semplicemente eterno ritorno dell'uguale. Eppure ogni volta è peggio, ogni ferita inferta è un laccio, stretto forte, nell'Anima del tifoso che dagli spalti (o al Tv, più ancora) si affanna e soffre in una ventilata ma calda sera capitolina di fine estate. Peggio perché non resta che rincorrere mulini a vento e contare i danni dell'ennesima serataccia europea di una squadra incompleta. Lo sa e lo vede l'impotente Spalletti, che, pure, ha da rivedere molto, e subito: tra andata e ritorno, molto strani alcuni suoi atteggiamenti. L'insistenza (forzata, a dirla tutta) sul dannoso Emerson, l'esclusione totale di Totti, l'assetto spaurito dei suoi, la foga nel gestire la squadra (si è visto Iturbe: come buttare un cambio e creare caos: che errore!).
Spalletti deve riflettere, la squadre deve riporre in un armadio lo scheletro di un doppio confronto terribile e arginare i dolori d'umore, in primis di chi, come il lottatore Nainggolan, potrebbe, a ragione, presentare le sue molte rimostranze di fronte alla mole interminabile di progetti nati e subito morti, come quello dell'anno appena iniziato, che, a mercato tuttora aperto, si annuncia bollente, nello spirito, nelle gambe e nella testa. Cagliari è il primo “porto” in cui attraccare per chiudere il mese con il pane dei 3 punti. Brandendo in ogni dove la carta dell'umiltà, la vecchia sconosciuta in quel di Roma.
Pagelle
Szczesny 4 può poco sul primo gol, ma è sul decisivo 0-2 che si esibisce in uno spettacolino francamente indecente, uscendo senza senno e lasciando vuota la porta subito bucata dai portoghesi.
Jesus 5 in generale dimostra lentezza di riflessi e poca attitudine al sacrificio, poi in due occasione è decisivo compiendo bei recuperi difensivi, quasi fosse schizofrenico.
Manolas 6 è l'unico degli arretrati che non ci sta a far passare gli avversari, ma sullo 0-3 si fa saltare senza grosse lotte.
De Rossi 2 anche stavolta, nella Notte che conta, DDR risponde assente immettendo la sua Roma nel girone infernale peggiore: l'inferiorità numerica e la rabbia in corpo.
Bruno Peres 5,5 non brilla e incespica più volte nel pallone, ma è uno dei pochi che ara il campo alla ricerca di possessi utili. Prova anche coi cross ma gli manca lucidità.
Strootman 6,5 c'è sempre lui quando si tratta di recuperare e rendere giocabili palle scomode o quasi perse. Perno di ripartenza della già scolorita stagione giallorossa.
Paredes 6 fino al cambio, il suo mestiere lo stava facendo. (Emerson 1 gioca, intervallo escluso, meno di 10 minuti. Bastano per un fallo killer e tanta, tanta inutilità in mezzo al campo. Tre giocate, due disastri decisivi: è la prima scelta della nutrita panchina giallorossa!)
Nainggolan 7 il lottatore per eccellenza, il Ninja che è su tutti i palloni, il top player voluto da mezza europa. Attenzione, ché la corda tirata si spezza.
Perotti 6 anche lui ci prova, rincorre la palla in lungo e largo per metterla in mezzo; lo fa anche, ma nessuno può o vuole provare a raccogliere le proposte.(Gerson sv)
Dzeko 3 l'uomo invisibile è ostaggio di una gabbia che in teoria è anche leggera, ma che sembra un Alcatraz dei nostri giorni per uno dei giocatori più statici della storia recente della Roma. (Iturbe 2 ma non era andato via?)
Salah 5 l'egiziano decide che è la sera in cui avrebbe dato tutto se stesso solo con un mazzo di carte in mano e magari in un bar, ma non in campo. Impalpabile.