Continua negli Stati Uniti la preparazione della Roma di Luciano Spalletti verso il preliminare di Champions League. Mentre la società capitolina cerca di operare sul mercato per ovviare alla rottura del crociato di Mario Rui, Juan Jesus, arrivato da poco dall'Inter, fa il punto della situazione ai microfoni del Messaggero

"Per adesso non ho parlato con Spalletti di giocare a sinistra, ma se c’è bisogno io posso anche fare il terzino sinistro. Per aiutare la squadra ci vuole sempre un sacrificio in più. E nella difesa a tremi sono sempre trovato bene". Roma è simile a Milano per certi aspetti della vita quotidiana, come ad esempio la pressione mediatica e dei tifosi sui calciatori: "La critica viene sempre da gente che vuole solo parlare per cattiveria. Io ad esempio in 147 partite all’Inter credo di aver più vinto che perso. Il problema è che i tifosi pensano che i giocatori siano delle macchine che non sbagliano mai, ma noi siamo fatti di pelle ed ossa e quindi sbaglieremo sempre".

Dall'Inter alla Roma, con l'obiettivo di vincere qualcosa che è sfuggito in neroazzurro: "Il primo giorno che sono arrivato all’Inter ho detto che avrei voluto ottenere qualche trofeo, ma non sono riuscito a vincere nulla lì. È stata una grande esperienza personale perché sono cresciuto come uomo e calciatore. Adesso nella Roma è l’ora di fare la storia, abbiamo un grande gruppo e possiamo fare tante cose belle".

Alla Roma dove ha trovato un maestro come Spalletti, capace secondo il difensore brasiliano di farlo crescere ulteriormente. Ecco, infine, come l'ex interista esalta il suo nuovo allenatore: "É un professore. Mancini è più pratico, Spalletti invece ti fa studiare e ti insegna con calma le cose. Cosa ho capito fino ad ora? Adesso per fare il salto di qualità ho bisogno di uno che sia un professore, che mi dica cosa fare e che spiega le cose specifiche".