"Sarà una stagione lunga, avremo bisogno di tutti". Si presenta così Luciano Spalletti nella conferenza stampa di Pinzolo, dove la sua Roma sta svolgendo i primi giorni di ritiro estivo. Occasione utile per fare il primo punto della situazione in vista della nuova stagione e, nello specifico, verso la sfida che domani vedrà i capitolini impegnati nella prima amichevole. Il tecnico di Certaldo si è soffermato, tra le altre cose, sull'impatto che ha avuto con i nuovi acquisti.
"Alisson mi è sembrato un grande uomo, dotato di grande presenza, per quello che ho visto. Mi piace. Su Iturbe sono curioso. Lui, proprio oggi mi ha chiesto cosa pensassi di lui. Gli ho risposto che volevo vedere le sue qualità con i miei occhi. La forza la corsa e il tiro sono da 10 sicuramente. Bisogna però fare attenzione anche a qualità come il pensiero. Però sono predisposto molto bene nei suoi confronti perché le cose più importanti le ha. Non conterà il gol di ieri sera per fare la differenza. Quello che conterà è la continuità".
Da Iturbe a Paredes, ammirato lo scorso anno con la maglia dell'Empoli, prima di guardare a Mario Rui e Gerson: "Paredes lo conosco abbastanza perché io sono di Empoli e l’ho potuto vedere. Lui ha delle qualità facilmente rimarcabili. Gli manca un po’ di velocità nella gestione della palla, nella qualità di scelta. Da un punto di vista di copertura di spazi non ha un tratto lunghissimo ma è un gran calciatore. Mario Rui può sostituire Digne. Ha grande carattere e disponibilità al sacrificio, non ha grandi problemi con gli avversari pur avendo quella fisicità lì. Ha tutte le qualità. Gerson ha delle doti e molta qualità. Non è facile fargli trovare un ambiente che lo possa mette subito a frutto".
Dai nuovi arrivi già presenti in ritiro alle trattative di mercato in via di definizione, con Juan Jesus che a breve sarà un nuovo calciatore a disposizione di Spalletti: "È un giocatore di prima qualità, anche in considerazione della valutazione di quello che per ora la società può permettersi. Noi vogliamo giocatori di prima qualità. Stiamo lavorando per portare il meglio possibile. Strootman? E' già un leader, ce ne vogliono altri. Non lo carichiamo troppo, anche se lui sa gestire quel che gli vogliamo tirare addosso. Ha bisogno di giocare, anche se non sarà al massimo della condizione e non sarà quello visto in precedenza. Sicuramente allenarsi da subito ed essere sottoposto a questo tipo di stress lo aiuterà. E' uno forte, molto molto forte".
Si passa alla sfida di domani, con Spalletti che fissa i primi paletti da rispettare, aspettandosi rispetto delle nozioni fin qui trattate: "Diventa fondamentale l’idea di squadra e di stare in campo. Si andrà subito a parlare di quelle qualità che deve avere la squadra. Ai nostri avversari sarà concesso di venire nella nostra metà campo per prepararci contro avversari del nostro livello. Non dovremo tenere troppo la palla ma spostarla velocemente. L’anno scorso questo è stato il nostro marchio di fabbrica. Attraverso il comandare il gioco e il carattere che avremo può fare la differenza per sopperire alle differenze. Bisogna sempre andare ad allungare la linea difensiva. L’anno scorso l’abbiamo fatto benino, non bene. In questo modo si aiuta il centrocampo. Questa cosa della palla scoperta/coperta va fatta più alla svelta. Voglio vedere queste cose qui".
Inevitabile non guardare anche alla conferenza stampa di Miralem Pjanic, che si è presentato alla Juventus. Questo il parere di Spalletti, che analizza anche le qualità che verranno meno nel centrocampo giallorosso con la sua assenza: "Juve avanti alle altre? Se lui lo dice avrà le sue ragioni. La Juventus è stata brava a portare a casa un giocatore di qualità di scelta e di piede. Lui anticipa il tocco di un metro o lo ritarda di mezzo metro. Non ti fa capire il suo modo di pensare. È una caratteristica fondamentale che aveva Pizarro. Loro sono stati bravi e se lo godranno sicuramente. Noi dobbiamo trovare la soluzione. Qualcuna già l’abbiamo, qualcun’altra verrà con la conoscenza di questi professionisti".
Riguardo il gap con le altre rivali Spalletti non usa giri di parole: "Il nostro obiettivo è confrontarsi alla pari con la Juventus, Napoli, Milan, Inter, Sassuolo, Lazio e Fiorentina, non è solo quello che fa piacere a voi. È chiaro che se si gioca a poker dove a un tavolo c’è un giocatore che ha vinto gli ultimi tornei e che possiede molte fiches e ha la possibilità di gestire la strategia di gioco, come si fa? Ditemelo voi. Loro sono stati bravi negli ultimi anni ma noi dobbiamo trovare le soluzioni per sopperire a questo. Abbiamo davanti un grande avversario".
Conferenza che sembrava volgere al termine senza la chiosa su Totti, argomento sempre molto scottante, con Spalletti che prende le parti del capitano - per una ventina di minuti - e critica aspramente l'operato della stampa riguardo il suo presunto ritiro tra una stagione: "Ho già evidenziato che il modo giusto di gestirlo è quello lì. Magari lo si poteva utilizzare un po' di più. Come non era d'accordo a vederlo in campo sempre, non sono d'accordo adesso con chi scrive che questo sia il suo ultimo anno. Non sono io quello che può dire quando deve smettere. Tantomeno non potete essere voi. Ognuno la pensa come vuole. Per quanto mi riguarda Totti deve continuare a giocare. Perché lo volete far smettere? Il tempo che intercorrerà tra l'ultima partita e l'addio di Totti sarà breve. Poi non bisogna caricare il giocatore che questo sarà il suo ultimo campionato. Per me Totti può giocare un altro campionato. Se fa quei numeri non ci sarà nessuna preclusione. Come lui non c'è nessuno. Io lo uso come rintengo, e l'uso che ne ho fatto l'anno scorso ha portato i suoi frutti. A lui non darò niente ma state sicuri che non gli toglierò niente. Per me non smette quest'anno. Pallotta può scrivere ciò che vuole. Per me lo dirà il suo comportamento se smetterà o meno".